L’articolo di Mattia Pirulli, Segretario Generale e Daniel Zanda, Segretario Nazionale Felsa Cisl.
Pochi giorni prima di Natale Felsa-Cisl, Nidil-Cgil e UilTemp
hanno sottoscritto l’ipotesi di rinnovo del Contratto collettivo
nazionale del settore delle Agenzie di somministrazione di lavoro. È
stato un rinnovo molto complicato e articolato. Come organizzazioni
sindacali del settore della somministrazione ogni volta che
affrontiamo un negoziato in questo contesto dobbiamo sempre avere
l’intelligenza di operare il giusto discernimento tra la buona
flessibilità da sostenere e la dannosa precarietà da combattere,
capire dunque i tratti distintivi dell’una e dell’altra
esperienza per individuare le ricette e le soluzioni più adeguate e
corrispondenti con la realtà. Questo è un compito difficile, già
molto complicato in condizioni ordinarie.
In questi 20 mesi di trattative ci siamo però imbattuti anche con
altri fenomeni esogeni che hanno ulteriormente accentuato le
criticità: dalle previsioni macroeconomiche e di settore che hanno
visto un’inversione di tendenza, da una situazione di crescita a
una di stagnazione e calo, fino ad arrivare a una riforma del mercato
del lavoro che ha interessato prevalentemente proprio la
somministrazione di lavoro.
Possiamo
identificare diversi pilastri di questa ipotesi di rinnovo, che al di
là del tecnicismo contrattuale definiscono il contenuto della sfida
che le parti sociali hanno comunemente assunto per migliorare la
condizione delle lavoratrici e dei lavoratori in somministrazione.
Il primo aspetto è di carattere normativo. Abbiamo cioè
sfruttato la possibilità offerta dal legislatore di prevedere le
durate e i casi di proroga del contratto di somministrazione, oltre a
disciplinare il limite massimo di utilizzo del contratto stesso. Il
legislatore con il Decreto dignità ha posto un vincolo per tutti i
contratti a termine e in somministrazione, pari a 12 mesi, oltre i
quali sono necessarie le causali per giustificare l’utilizzo
temporaneo del lavoratore. Ebbene questo limite può rivelarsi un
utile strumento per la stabilizzazione dei lavoratori, ma per la
maggioranza dei casi la tagliola dei 12 mesi si sta rivelando la
condanna verso la disoccupazione. Attraverso la contrattazione
abbiamo previsto, per alcune categorie che vivono un’oggettiva
difficoltà nel mercato del lavoro, la possibilità di proseguire
liberamente oltre i 12 mesi di contratto: il negoziato ha avuto il
merito di leggere le dinamiche reali del mercato, individuando le
situazioni di svantaggio nel mondo del lavoro, ponendo un distinguo
tra coloro che alla roulette dei 12 mesi possono
essere seriamente stabilizzati e quelli che invece necessitano un
periodo più lungo di lavoro a termine, perchè diversamente
sarebbero disoccupati.
Viene previsto un rafforzamento del Welfare bilaterale di settore,
con un ampliamento delle platee dei beneficiari delle attuali 16
prestazioni tra agevolazioni, sostegni e tutele. Particolare
attenzione viene affidata alla mobilità territoriale, come
possibilità per cogliere tutte le opportunità occupazionali che si
presentano al lavoratore. Inoltre, per coloro che perdono il lavoro
da un contratto di somministrazione e hanno lavorato al meno 110
giorni nell’ultimo anno, viene riconosciuto un sostegno al reddito
una tantum di 1.000 euro (che scende a 780 euro in caso di anzianità
lavorativa di soli 90 giorni). Coloro che restano senza impiego,
maturano anche un diritto alla “presa in carico”. Possono cioè
rivolgersi a una qualsiasi Agenzia per il lavoro sul territorio
individuata liberamente dal lavoratore, che è tenuta a svolgere
l’attività di orientamento e bilancio delle competenze, oltre a
organizzare un percorso formativo professionalizzante, finalizzato
alla ricollocazione. Abbiamo costruito nel settore della
somministrazione il mix di politiche passive di sostegno al reddito
con quello di politiche attive di presa in carico per la
ricollocazione, entrambi attivabili dalla persona interessata e
riponendo al centro il ruolo strategico della formazione anche come
dispositivo di ricollocazione.
Un altro strumento che abbiamo deciso di sostenere è il contratto
a tempo indeterminato nella somministrazione, favorendo missioni
lavorative più lunghe, cos è da evitare situazioni di abuso o di uso
improprio, riconducendolo a una più appropriata stabilità
contrattuale. Sempre su questo ambito di tempo indeterminato con
l’agenzia per il lavoro abbiamo incentivato la ricollocazione
presso diverse imprese utilizzatrici: questa è una sfida
importantissima, perchè presuppone una svolta nel contratto a tempo
indeterminato nella somministrazione, passando dall’essere un
surrogato della stabilizzazione vera e propria all’esprimere fino
in fondo una propria dignità perchè l’Agenzia per il lavoro (il
datore di lavoro formale) esercita un’azione reale finalizzata alla
continuità lavorativa, a prescindere dalle singole imprese
utilizzatrici con le quali il lavoratore viene inviato in missione.
Inoltre, è importante evidenziare come la contrattazione di
secondo livello venga non solo sostenuta, ma anche economicamente
incentivata: vengono messe a disposizione risorse della bilateralità
di settore finalizzate a promuovere accordi di secondo livello che
abbiano come obiettivi la continuità occupazionale e percorsi di
stabilizzazione dei lavoratori. Questo per ribadire che siamo
profondamente convinti del fatto che le stabilizzazioni non avvengono
per decreto, ma attraverso un’attenta lettura delle dinamiche del
variegato e articolato mercato del lavoro. Ci saranno quindi
situazioni in cui sarà possibile incentivare percorsi di
stabilizzazione, mentre in altri casi, vista la situazione di
incertezza e delicatezza, il miglior risultato possibile sarà quello
di dare maggiori occasioni di lavoro.
Nelle prossime settimane saremo impegnati nelle assemblee nei
luoghi di lavoro dove sono presenti le lavoratrici e i lavoratori
somministrati per spiegare il loro contratto e chiedere formalmente
la loro approvazione, perchè anche il tema della rappresentanza è
diventato centrale in questo settore. Nel corso degli anni non solo
abbiamo rafforzato e ampliato la nostra base associativa, ma abbiamo
nominato centinaia di rappresentanti sindacali aziendali: lavoratori
che nonostante un rapporto di lavoro temporaneo si mettono
gratuitamente a disposizione dei propri colleghi di lavoro, svolgendo
il ruolo fondamentale di portare a sintesi le problematiche ed
esigenze dei lavoratori cos è da farle diventare priorità e azione
dell’organizzazione sindacale. Con questo rinnovo diamo ancora più
peso ai delegati sindacali, responsabilizzando tutto il settore verso
forme di rappresentanza più mature, ovvero legittimate attraverso
l’elezione tra i lavoratori.
Queste in sintesi alcune delle innovazioni contrattuali più
importanti contenute nell’ipotesi di rinnovo. Con il quale la
somministrazione di lavoro si rivela ancora una volta una tipologia
contrattuale che coniuga la flessibilità lavorativa con la sicurezza
sociale. Lo scopo di questo rinnovo è stato proprio quello di
limitare la flessibilità a situazioni fisiologiche e non
patologiche, sostenendo quindi la continuità occupazionale nel
proprio percorso lavorativo.