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Come funziona il congedo di paternità
21 luglio 2023
Tra le novità che riguardano la materia del congedo parentale, nel 2022 è stato riformato in Italia il congedo di paternità obbligatorio. Punta ad una ripartizione più equa delle responsabilità di assistenza tra uomini e donne e facilitare l’instaurazione di un legame precoce tra padre e figlio

Quanti giorni spettano per il congedo di paternità? 

Previsto dal decreto legislativo 105/2022, il nuovo congedo di paternità obbligatorio è rivolto ai padri lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati, e include i casi di adozione e affidamento. Va ad implementare quanto previsto dal Testo unico sulla maternità e paternità (dlgs. 151/2001). 

La normativa prevede 10 giorni di congedo di paternità obbligatorio che diventano 20 in caso di parto plurimo. L’arco temporale in cui è possibile accedervi va dai due mesi precedenti la data presunta del parto fino ai cinque mesi successivi alla nascita del figlio. Lo stesso intervallo vale per adozioni nazionali/internazionali, affidamento e collocamento temporaneo

Il congedo può essere frazionato a giorni, ma non a ore, ed è possibile usufruirne anche in caso di morte perinatale del figlio

L’indennità giornaliera riconosciuta per i giorni di congedo di paternità obbligatorio è pari al 100% della retribuzione. Vanno computate e indennizzate solo le giornate lavorative. 


Che differenze c’è tra congedo parentale e paternità? 

Per sgombrare il campo da facili fraintendimenti, è necessario sottolineare che il congedo di paternità 2023 non si sovrappone al congedo parentale. Quest’ultimo infatti interessa tanto il padre quanto la madre del figlio, motivo per cui, più comunemente, si parla anche di congedo di maternità. 

Se poi da un lato il congedo di paternità è destinato ai lavoratori dipendenti, dall’altro il congedo parentale riguarda anche i lavoratori autonomi

Provando a mettere ordine, il congedo parentale è: 

  • obbligatorio; 
  • facoltativo. 

Nel congedo parentale obbligatorio rientrano i congedi di maternità e paternità obbligatori. Quanto al primo, indica il periodo di astensione dal lavoro per la madre nel periodo compreso tra i due mesi precedenti alla data presunta del parto e i tre mesi seguenti. 

La tempistica rimane valida per adozioni o affidamenti, tenendo come punto di riferimento l’ingresso in famiglia del bambino. 

I congedi parentali facoltativi comprendono invece i periodi di astensione dal lavoro, sia per la madre che per il padre, che si vanno ad aggiungersi a quelli obbligatori. 

Può essere richiesto entro i primi dodici anni di vita del figlio per soddisfare i suoi bisogni affettivi e relazionali. 

Da gennaio 2023, con la nuova Legge di Bilancio, è stata elevata dal 30% all’80%, per un solo mese fruibile, l’indennità per il periodo di congedo di tre mesi non trasferibili entro il sesto anno di vita del figlio o dall’ingresso in famiglia per adozione o affidamento. 

Perché possano beneficiarne, i lavoratori dipendenti e autonomi devono essere in regola con i versamenti dei contributi previdenziali


Da quando partono i giorni di paternità? 

Il congedo di paternità obbligatorio scatta a partire dai due mesi precedenti alla nascita o all’ingresso del figlio e si estende ai cinque mesi successivi. All’interno di questo intervallo, il padre ha la possibilità di astenersi dal lavoro per un totale di 10 giorni, anche non continuativi, con una indennità del 100%. 

È importante ricordare, nel contesto dei congedi previsti dall’ordinamento, al padre spetta pure il diritto di fruire del congedo di paternità alternativo

Si concretizza in presenza di determinate condizioni che, come specifica l’Inps, “impediscono alla madre di beneficiare del congedo”, intendendo il congedo di maternità obbligatorio. 

Le condizioni sono: 

  • morte o grave infermità della madre; 
  • abbandono del figlio da parte della madre; 
  • affidamento esclusivo del bambino al padre. 

Nell’ipotesi di adozioni o affidamenti, il congedo di paternità facoltativo può essere richiesto, oltre che per i motivi sopra indicati, per la rinuncia totale o parziale della madre lavoratrice al diritto di congedo obbligatorio spettante. 


Come richiedere la paternità al datore di lavoro? 

Il lavoratore dipendente è tenuto a comunicare al datore di lavoro le date in cui intende usufruire del congedo di paternità, con un preavviso di 15 giorni

  • Nei casi di pagamenti a conguaglio, la domanda è da presentare in forma scritta o utilizzando il sistema aziendale per la gestione delle presenze e dei permessi. La comunicazione all’Inps deve essere poi effettuata dal datore di lavoro. 
  • Nei casi di pagamento diretto dell’Inps, la richiesta può essere presentata attraverso i servizi forniti da patronati e intermediari, attraverso il sito dell’ente previdenziale o tramite Contact Center. 

I lavoratori pubblici inoltrano invece la domanda alla loro amministrazione datrice di lavoro. 

I datori di lavoro non possono opporsi alla richiesta di permessi e congedi. Può però esigere che vengano rispettati i tempi di preavviso. A rimarcarlo è la nota n. 2414/2022 dell’Ispettorato nazionale del lavoro, a corredo delle novità introdotte dal dlgs. 105/2022. 

Patronati, modalità online o Contact Center sono i canali con i quali avanzare le domande di congedi facoltativi per dipendenti e autonomi.