22 novembre: Conferenza Stampa Felsa Cisl NIdil Cgil e Uiltemp su emendamenti Legge di Bilancio

Tutele ancora
insufficienti per 180 mila collaboratori.

Tutele ancora
insufficienti per 180 mila collaboratori.

“Intervenire
subito, nella prossima Legge di Bilancio”.


Tre gli
emendamenti sostenuti da Felsa Cisl, NIdiL Cgil e Uiltemp.

Venerdì
22 novembre 2018, ore 12
Roma, via Lucullo 6, Sala
Multimediale

Dopo la conversione in legge del decreto 101,
alcuni nodi irrisolti della Gestione Separata Inps, non affrontati,
continuano ad incidere pesantemente sul reddito e sulla futura
pensione dei collaboratori: circa 500 mila mila lavoratrici e
lavoratori, di cui 180 mila particolarmente fragili, con redditi
bassi e discontinui.

Le ultime statistiche disponibili
(dati provvisori 2018), infatti, indicano in 493 mila i collaboratori
esclusivi, di cui 450 mila con un unico committente e con un reddito
medio pari a 21.742 euro. Tra questi, i lavoratori più deboli sono i
collaboratori a progetto (142.038), con un reddito medio che va dai
6.770 euro delle donne ai 13.350 degli uomini, e i collaboratori
nella Pubblica Amministrazione (32.931) che percepiscono circa 9.500
euro l’anno (9.403 le donne e 9.713 gli uomini).

Felsa
Cisl, NIdiL Cgil e Uiltemp sono impegnate da anni sul rafforzamento
delle prestazioni sociali per i collaboratori coordinati e
continuativi. Nel Decreto 101, convertito in Legge, sono stati
introdotti alcuni interventi molto importanti che rispondono, però,
solo parzialmente alle nostre richieste a tutela degli iscritti alla
Gestione Separata Inps. Ridotto, ad esempio, da tre mesi a uno, il
requisito per accedere a maternità, congedi parentali, malattia e
disoccupazione. Raddoppiati fino a 89 euro, gli importi per i
ricoveri ospedalieri e fino a 44 euro, gli importi per la malattia
ordinaria.

Sono rimasti sul piatto, però, tre punti che
potrebbero trovare subito soluzione, se inseriti già nella prossima
Legge di Bilancio. Gli emendamenti sono stati presentati e attendono
di passare al vaglio delle commissioni.

Il primo punto
riguarda i collaboratori iscritti esclusivamente alla Gestione
separata Inps, che versano un’aliquota previdenziale pari all’11%
del compenso, mentre i lavoratori dipendenti versano il 9,19%.
Per
ristabilire un principio di equità, chiediamo di spostare l’1,81%
in più nella quota di contribuzione che fa capo al committente, cos è
come accade nei rapporti di lavoro subordinati. Ciò aumenterebbe il
reddito disponibile dei collaboratori che, per le fasce più basse,
in media e al lordo delle tasse, sarebbe compreso tra i 123 e i 242
euro in più all’anno.

Il secondo punto riguarda il
versamento dell’aliquota previdenziale: se il committente, dopo
avere trattenuto la quota contributiva dell’11% dal compenso del
collaboratore, poi non lo versa all’Inps, succede che il lavoratore
non può accedere alle prestazioni sociali (fa eccezione l’indennità
di maternità) e quei contributi non potranno essere utilizzati per
determinare il calcolo della futura pensione.
Chiediamo di
ripristinare un principio di equità, affinchè non sia il lavoratore
che, dopo avere subito regolarmente la trattenuta della sua quota
previdenziale, se il committente poi non la versa all’Inps, poi si
trovi anche a subire il maggior danno.

Il terzo punto,
infine, riguarda le lavoratrici e i lavoratori percettori di Dis
Coll, cioè l’indennità di disoccupazione per i collaboratori, che
non prevede alcuna contribuzione a fini pensionistici.
Chiediamo
di introdurre la contribuzione figurativa a fini pensionistici per i
periodi di Dis Coll, cos è come avviene per tutte le altre indennità
di disoccupazione previste nell’ordinamento.

Dopo le
maggiori tutele introdotte dal decreto 101, questi tre emendamenti
ristabilirebbero un principio di equità nel quotidiano, ma bisognerà
presto affrontare il nodo del futuro pensionistico di intere
generazioni di lavoratori discontinui e con carriere lavorative
fragili e povere in termini di reddito e contributi.

Dai
sindacati Felsa Cisl, NIdiL Cgil e Uiltemp, l’appello di “iniziare
a costruire già adesso una prospettiva previdenziale più solida e
meno precaria: chiediamo al Governo d’intervenire ora, senza altri
rinvii, per costruire una Pensione Di Garanzia per tutti.”