50 anni dallo Statuto dei lavoratori. Furlan: “Fu una svolta per le relazioni industriali e la democrazia sindacale. Oggi garantire una giusta tutela e sicurezza economica ad ogni persona che lavora”

19 maggio 2020 – “Alla nuova Confindustria del Presidente
Bonomi ed alle altre associazioni imprenditoriali , oggi lanciamo una
sfida: cambiamo insieme le regole del lavoro, rendiamo le nostre
imprese più sicure, più innovative, attraverso relazioni
industriali più moderne, più partecipative, adeguate alla prova
della necessaria competitività e della globalizzazione”.

19 maggio 2020 – “Alla nuova Confindustria del Presidente
Bonomi ed alle altre associazioni imprenditoriali , oggi lanciamo una
sfida: cambiamo insieme le regole del lavoro, rendiamo le nostre
imprese più sicure, più innovative, attraverso relazioni
industriali più moderne, più partecipative, adeguate alla prova
della necessaria competitività e della globalizzazione”. E’
quanto sottolinea oggi in un intervento sul quotidiano Avvenire
la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan,
a 50 anni dallo Statuto dei lavoratori. La leader Cisl ricorda che lo
Statuto “fu indubbiamente una svolta per le relazioni
industriali e la democrazia sindacale, frutto di anni di lotte
operaie aspre per l’affermazione di diritti fondamentali ed il
rispetto della dignità del lavoro. Oggi molte cose sono cambiate
negli assetti economici e nel mondo produttivo. È emersa sempre più
in questi anni l’esigenza di proteggere tutte le forme di lavoro,
soprattutto quelle piu’ flessibili ed atipiche, di garantire una
giusta tutela ad ogni persona che lavora. Offrire, insomma, una vera
sicurezza economica e professionale ai lavoratori per tutto l’arco
della loro vita”.

A tal proposito la Furlan sottolinea che ” non abbiamo
bisogno di leggi, calate dall’alto, per regolare il mondo del lavoro
ed estendere le tutele a chi oggi ne e’ privo. Chiediamo e lavoriamo
insieme al Governo per un grande “patto sociale” per gestire uno
dei tornanti piu’ difficili e piu’ drammatici delle nostra
storia, per cambiare il nostro modello di sviluppo e ricostruire
profondamente il nostro Paese che non vogliamo più sia quello di
prima”, aggiunge la leader Cisl. “Un accordo di
concertazione per ridisegnare l’economia a cominciare dagli
investimenti nel Mezzogiorno, lo sblocco delle infrastutture, una
vera sburocratizzazione, la sostenibilità ambientale, il riassetto
del territorio, l’innovazione, la ricerca, la diffusione della banda
larga. Uno sforzo straordinario di partecipazione delle parti sociali
ai processi innovativi, dal Green New Deal, alla transizione
digitale, attraverso progetti di formazione, riconversione,
riqualificazione permanenti. Bisogna promuovere lo sviluppo, uscire
dalle logiche solo assistenziali, ricostruire un tessuto produttivo
frammentato e sfibrato da anni di crisi e dalla mancanza di
investimenti capaci di sostenere reti, occupazione e produzione,
anche alla luce dei grandi cambiamenti tecnologici in atto. Oggi
dobbiamo, insomma , ripartire dalla centralita’ del lavoro e della
persona, utilizzare questa fase di ricostruzione per cambiare anche
il nostro modello capitalistico. Ci fa piacere che anche la Cgil
parli oggi di forme di partecipazione dei lavoratori, un tema
“fondativo” per la Cisl. In un momento in cui lo Stato
giustamente si fa carico di sostenere la ricapitalizzazione delle
imprese, con compensazioni a fondo perduto dei mancati ricavi, aiuti
specifici per i settori piu’ colpiti, mobilitando ingenti risorse
pubbliche, di tutti, il Governo si dovrebbe fare promotore di una
legge di sostegno per allargare la “governance” delle
aziende ai rappresentanti dei lavoratori e degli altri stakeholders.
Oggi abbiamo una occasione storica per introdurre nel nostro paese la
democrazia economica , che e’ la vera garanzia per difendere e
favorire gli investimenti in Italia di tutte le imprese, a partire da
Fca”, conclude la leader Cisl.