Ratificata la Convenzione ILO 190: il ruolo della contrattazione collettiva contro violenza e molestie sui luoghi di lavoro

Il nuovo anno, per quanto ancora accompagnato
dalla scia della pandemia, si è aperto fortunatamente anche con una
buona notizia ovvero la ratifica definitiva e all’unanimità in
Senato, il 12 gennaio u.

Il nuovo anno, per quanto ancora accompagnato
dalla scia della pandemia, si è aperto fortunatamente anche con una
buona notizia ovvero la ratifica definitiva e all’unanimità in
Senato, il 12 gennaio u.s., della Convenzione ILO n.190 e della
Raccomandazione n.206, in tema di molestie e violenza nei luoghi di
lavoro. L’approvazione di questi due importanti dispositivi
legislativi internazionali non esaurisce certamente il ruolo
importante che anzi, da ora in poi, dovrà, ancora una volta,
ricoprire il Parlamento nella predisposisizone di tutte quelle norme
in grado di dare attuazione ai principi e alle misure contenute, in
particolare, nella suddetta Convenzione ILO e che ci richiamano alla
memoria le famose “3 P” della “Convenzione di
Istanbul
del Consiglio d’Europa sulla prevenzione
della violenza contro le donne e contro gli abusi
domestici” del 2011,
ratificata anch’essa dal Parlamento
italiano nel 2013, vale a dire Prevenzione, Protezione, Punizione che
rappresentano le “stretegie” necessarie da adottare per
raggiungere quello che è poi il vero obiettivo in Italia e nel
mondo: eliminare ogni forma di molestia, di violenza e di
sopraffazione nelle relazioni di genere ovunque si annidi in casa
come sui luoghi di lavoro.

Secondo un Report presentato dall’Istat nel 2018 “Le
molestie e i ricatti sessuali sul lavoro” – 2015-2016 si stima che
“siano 1 milione 404mila (8,9%) le donne che hanno subito molestie
fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro: 425mila (2,7%) negli
ultimi tre anni. Con riferimento ai soli ricatti sessuali sul luogo
di lavoro si stima che, nel corso della vita, 1 milione 173mila donne
(7,5%) ne siano state vittima per essere assunte, per mantenere il
posto di lavoro o per ottenere progressioni nella carriera”. Il
dato che lascia, se possibile, ancora più perplessi è apprendere
che “nell’80,9% dei casi, le vittime non solo non ne parlano sul
posto di lavoro ma, peggio, quasi nessuna denuncia il fatto alle
Forze dell’Ordine”.

E’ evidente, quindi, come sia doveroso
adoperarsi per mettere a punto – in casa come sui luoghi di lavoro
– tutte quelle Politiche integrate, che poi costituiscono per cos è
dire la quarta “P”, in grado di salvaguardare la tutela della
salute e sicurezza, la difesa della dignità e dell’integrità
fisica e psicologica della persona a casa come sul luogo di lavoro,
la promozione in tutti gli ambiti della vita familiare, sociale e del
lavoro del principio di parità e pari opportunità uomo-donna.

La sfida è ardua ma la Convenzione ILO 190 rappresenta la bussola
da cui partire per costruire insieme, Istituzioni e Parti sociali,
modelli, strumenti e proposte adeguate a rispondere ad un bisogno di
dignità, di libertà e di riscatto che chiedono le vittime di
violenza e di molestie, anche quelle perpetrate sui luoghi di lavoro.

A riguardo, non a caso, la stessa Convenzione ILO punta a
proteggere tutte le lavoratrici e i lavoratori presenti o connessi al
mondo del lavoro, indipendentemente dallo status contrattuale, ivi
incluse le persone in formazione, tirocinanti, apprendisti, i
lavoratori licenziati, i volontari, i disoccupati e coloro che
esercitino l’autorità, i doveri e le responsabilità di datrice o
datore di lavoro. La Convenzione si applica a tutti gli ambiti del
lavoro sia privato che pubblico e riguarda tutte le violenze e le
molestie nel mondo del lavoro che si verifichino in occasione di
lavoro, in connessione con il lavoro o che scaturiscano dal lavoro
ovvero nel posto di lavoro, nei luoghi in cui la lavoratrice o il
lavoratore riceve la retribuzione, in luoghi destinati alla pausa o
alla pausa pranzo, oppure nei luoghi di utilizzo di servizi
igienico-sanitari o negli spogliatoi e fin anche durante gli
spostamenti casa-lavoro, o viaggi di lavoro, formazione, eventi o
attività sociali correlate con il lavoro.

Come Felsa Cisl siamo pronti a dare il nostro contributo fattivo a
favore della piena applicazione dei principi contenuti nella
Convenzione in esame, a partire da un impegno fermo e rinnovato a
dare seguito a quanto concordato con le Associazioni datoriali di
categoria delle Agenzie per il lavoro, Assolavoro e Assosomm, nel
CCNL della somministrazione di Lavoro in materia di recepimento
dell’Accordo Quadro Interconfederale sulle molestie e violenze sui
luoghi di lavoro a cui associare uno sforzo maggiore e più attento
anche nell’ambito della futura sottoscrizione degli Accordi Quadro
di regolamentazione delle collaborazioni coordinate e continuative.
Riteniamo infatti che ancora una volta la contrattazione rappresenti
il giusto viatico per arginare i fenomeni di violenza e garantire il
rispetto dell’applicazione della Convenzione, l’attenzione deve
rimanere sempre molto alta in quei terreni in cui convivendo
fragilità e precarietà occupazionale, i fenomeni di violenza e di
molestie contro le persone, le donne in particolare, possono
attecchire più facilmente. In questo senso, sentiamo molto più
grande ma anche più ambiziosa la sfida verso un vero riscatto dalla
violenza con il lavoro da tutelare mediante l’antidoto della
contrattazione collettiva.