Che cos’è la RAL?
L’acronimo RAL indica la retribuzione annua lorda. Come si può facilmente intuire, indica il
reddito annuo lordo che percepisce un lavoratore dipendente. Anche i lavoratori in
somministrazione possono calcolare la RAL, in base ai dati contenuti nel cedolino piuttosto che nel contratto di lavoro
stipulato con l’agenzia per il lavoro, che figura come datore di lavoro formale.
Il calcolo della RAL non è un’operazione complicata: per ottenere il risultato finale basta moltiplicare ogni retribuzione mensile lorda per il numero di mensilità fissate dal contratto. Significa che, se previste, vanno prese in considerazione anche la tredicesima e la quattordicesima.
Lo stipendio lordo non comprende solo la retribuzione netta mensile, ma altre voci come:
- le ritenute fiscali e previdenziali destinate all’INPS;
- le trattenute IRPEF, secondo le aliquote previste dalla normativa in vigore.
Queste voci, per quanto concorrono a definire la retribuzione lorda, non vengono accreditate dal datore di lavoro sul conto corrente del lavoratore. Le prime infatti vengono versate all’INPS e permettono al lavoratore di accedere alle
prestazioni previdenziali, come la
NASPI, in caso di perdita del lavoro, o la
pensione finita la propria carriera.
Quello che infatti viene accredito è lo stipendio netto mensile.
Come faccio a calcolare la RAL?
Per conoscere la RAL bisogna guardare il proprio contratto. In alternativa si può calcolare il reddito annuale lordo partendo dallo stipendio mensile. È infatti possibile
trovare i dati necessari per desumere la RAL in
busta paga.
Al suo interno sono riportate diverse voci come gli elementi fissi che comprendono, per esempio, i dati anagrafici del lavoratore e il livello di qualifica. In caso di difficoltà a leggere la propria busta paga, il lavoratore può chiedere assistenza ad un sindacato come la FeLSA CISL.
La prima parte strettamente numerica del cedolino riporta invece la somma mensile percepita secondo i parametri indicati dal CCNL di riferimento.
La retribuzione rappresenta il
corrispettivo della prestazione fornita dal lavoratore che matura così il diritto ad un compenso che sia proporzionato non solo alla quantità, ma anche alla qualità del lavoro svolto e a garantire, come ricorda
l’articolo 36 della Costituzione, “un’esistenza libera e dignitosa” a lui e alla sua famiglia.
In questo senso gioca un ruolo importante la
contrattazione collettiva nazionale, caratterizzata dal confronto fra le organizzazioni rappresentative, sia datoriali che sindacali, in base al quale vengono formulati i
CCNL dei diversi settori e ambiti lavorativi, compreso il lavoro in somministrazione. Per questo ambito esiste uno specifico CCNL siglato dai sindacati di categoria, ma la retribuzione è definita dal CCNL dell’azienda utilizzatrice, per il principio di
parità di trattamento.
Nel cedolino vengono riportati anche gli elementi variabili come gli straordinari, le indennità ed eventuali bonus. Nella parte bassa, infine, compaiono i dati previdenziali e fiscali e le trattenute IRPEF, l’Imposta sul reddito delle persone fisiche.
Per calcolare la RAL bisogna moltiplicare il lordo delle retribuzioni fisse per il numero di mensilità previste dal contratto.
Tradotto in semplici operazioni matematiche, ecco cosa si ottiene.
- Ipotizziamo uno stipendio mensile lordo di 2.000 euro su 12 mensilità.
- Moltiplichiamo lo stipendio mensile per 12 ed otteniamo 24.000 di RAL.
- Partendo dalla stessa base (2.000 euro mensili), consideriamo una possibile tredicesima.
- Il risultato è: 2.000 x 13 = 26.000 di RAL.
- In caso di quattordicesima, la RAL ammonta invece a 28.000 euro (2.000 x 14).
Come si calcola il netto dalla RAL?
La retribuzione lorda mensile è il punto di partenza anche per
calcolare lo stipendio netto mensile. I passaggi sono più complessi. Bisogna applicare le aliquote IRPEF che sono cambiate nel 2024 a seguito della
nuova Legge di Bilancio.
- Fino a 28.000 euro lordi annui, l’aliquota è del 23%. Immaginando una base imponibile di 25.000 euro, l’IRPEF è di 5.750 euro (25.000 x 0,23 = 5.750).
- Oltre i 28.000 e fino a 50.000, l’aliquota sale al 35%. Con una base imponibile di 35.000 euro, l’IRPEF dovuta è di 12.250 euro (35.000 x 0.35 = 12.250).
- Oltre i 50.000 euro, l’aliquota passa al 43%. Da un imponibile di 55.000 euro, l’IRPEF ammonta a 23.650 euro (55.000 x 0.43 = 23.650).
Il risultato finale per risalire allo stipendio netto deve
tenere conto di altri fattori come il luogo di residenza del lavoratore che incide sull’addizionale IRPEF, stabilita a livello regionale e comunale, e la presenza o meno di
familiari a carico per beneficiare di possibili detrazioni che restringono la base imponibile.
Appare chiare come l’intera operazione non sia scontata e lineare: il lavoratore che desidera delucidazioni e chiarimenti in merito al proprio reddito annuale può
rivolgersi ai consulenti esperti dei CAF,
come quelli CISL, anche per monitorare le regolarità dei versamenti e delle voci in busta paga.
Cosa vuol dire RAL 30.000 annui?
Sapere cosa sia la RAL e come viene calcolata aiuta a valutare con attenzione le offerte di lavoro nel momento in cui si presta attenzione allo stipendio previsto. Di fronte ad un annuncio che riporta una RAL di 30.000 euro all’anno, il candidato sa che quella è una somma al lordo di imposte e contributi.
Per conoscere con precisione l’ammontare della retribuzione lorda al mese, bisogna dividere 30.000 per 12, nel caso non siano contemplate tredicesime o quattordicesime. Ogni stipendio lordo è quindi di 2.500 euro, ai quali andranno tolte le somme dovute per la previdenza e per la tassazione.