Lavoro in somministrazione, denuncia Felsa-Cisl: “A Firenze 4 agenzie ostacolano la parità di trattamento per i propri dipendenti.”

Riportiamo il comunicato stampa della FeLSA CISL Toscana

Firenze, 6 novembre 2024 – Ostruzionismo e disinteresse nel garantire ai lavoratori in somministrazione le stesse condizioni dei dipendenti a tempo indeterminato. E’ quanto, secondo la denuncia della Felsa-Cisl Toscana, sta accadendo a Firenze per colpa di 4 delle maggiori agenzie interinali ai danni di una settantina di lavoratori in somministrazione che operano all’interno di una grande azienda farmaceutica del territorio; nonostante che ciò non costerebbe niente in più alle agenzie, perché l’azienda utilizzatrice ha già messo a disposizione le risorse necessarie.

Tutto nasce con la firma del contratto integrativo aziendale di una grande azienda farmaceutica del territorio fiorentino in cui, per la prima volta, è stato espressamente sancito che tutte le prerogative previste per i dipendenti diretti debbano essere riconosciute anche a lavoratrici e lavoratori in somministrazione, demandando interamente agli attori della somministrazione di trovare le soluzioni per rendere effettiva questa parità.

“L’azienda utilizzatrice -spiega Alessio Nasoni, della Felsa-Cisl Toscana – ha in sostanza accettato di spendere gli stessi soldi anche per i somministrati, dipendenti delle agenzie di somministrazione, chiedendo semplicemente alle agenzie e ai lavoratori di decidere come spenderli. In questa grande azienda, che nella contrattazione si è dimostrata in linea con le previsioni della contrattazione collettiva e della legge, operano 4 agenzie: Adecco, Manpower, Gi Group e Randstad. E sono proprio loro che stanno in tutti i modi ostacolando questa opportunità, rallentando e scegliendo le soluzioni a loro più semplici, piuttosto che quelle chieste dai lavoratori. Questi ultimi infatti, non solo hanno ottenuto con grande fatica e ritardo il riconoscimento del welfare aggiuntivo con le opportunità di spesa desiderate, ma sono ancora in attesa che le agenzie si attivino nel prevedere, a vantaggio di lavoratrici e lavoratori in somministrazione, una assicurazione sanitaria integrativa, con i fondi che l’azienda utilizzatrice ha già messo a disposizione. Su quest’ultimo punto i lavoratori, tramite la Felsa-Cisl e la loro rappresentanza, hanno presentato proposte alternative, hanno cercato soluzioni di mediazione, ma le agenzie rifiutano tutto, adducendo scuse, senza impegnarsi, ad oggi, a cercare una soluzione possibile.”

“Al di là delle giustificazioni formali di volta in volta addotte – riprende Nasoni – emerge con chiarezza la volontà delle agenzie non solo di non volersi confrontare in merito alle scelte, ma di optare sempre e comunque per quello che conviene più a loro stesse, invece di preoccuparsi che vi sia una reale parità di trattamento tra i loro dipendenti e quelli direttamente assunti dall’utilizzatore. Così facendo non si rendono conto che sono loro stesse a trasformare  quelle che dovrebbe essere per loro risorse in lavoratrici e lavoratori con meno prerogative ed a contribuire, con la stessa miopia e indolenza, a impoverire il mercato del lavoro e affossare uno strumento che, per quanto imperfetto, è utile a gestire lavoro regolare e tutelare la flessibilità.”

“La somministrazione – conclude Nasoni – è un istituto che deve essere monitorato e adeguato alle regole generali del rapporto di lavoro, al fine di evitare che possa essere un ripiego che favorisca la discriminazione tra lavoratori che lavorano fianco a fianco all’interno della medesima azienda.”