Allarme Coronavirus Covid 19: a rischio il lavoro di temporanei e atipici, senza tutele

Comunicato Unitario

Emergenza
Coronavirus, ricadute su economia italiana e mercato del lavoro.

Comunicato Unitario

Emergenza
Coronavirus, ricadute su economia italiana e mercato del lavoro.
Preoccupazione dei Sindacati: maggiormente a rischio i lavoratori
precari, temporanei e atipici, privi di tutele. Necessarie
misure straordinarie di sostegno al reddito e ammortizzatori sociali
per tutti, anche per lavoratori autonomi “scoperti” di sport,
spettacolo e turismo, tra i primi settori a essere stati colpiti. Le
proposte di FeLSA Cisl NIdiL Cgil UILTemp.

Roma,
28 febbraio 2020.
– L’impatto della diffusione del Covid 19
sull’economia italiana sarà da valutare complessivamente nei
prossimi mesi ma già in questi giorni – non solo nelle aree di
contagio – si verificano situazioni di riduzione delle attività
economiche e conseguentemente della quantità di lavoro richiesto.

Il
rischio che il prezzo più alto in termini occupazionali lo paghino i
soggetti più deboli e meno tutelati nel mercato del lavoro (in cui
vi è peraltro una significativa presenza femminile) è altissimo.

Felsa
Cisl NIdiL Cgil UilTemp
esprimono preoccupazione per i segnali che
arrivano dai territori coinvolti, in cui si evidenziano già le prime
ricadute occupazionali. Situazioni che rischiano di diffondersi in
tutto il territorio nazionale, in particolare nei settori che sono
collegati, anche indirettamente, alla diminuzione di attività
derivante dalla diffusione del Covid 19.

Inoltre,
le Organizzazioni Sindacali evidenziano casi nei quali ai lavoratori
si sta chiedendo di utilizzare ferie o permessi non retribuiti per
“coprire” i giorni di assenza forzata: situazioni queste che
vanno fermamente contrastate. Necessarie
misure straordinarie di sostegno al reddito e ammortizzatori sociali
per tutti.

Per
questi motivi è necessario e urgente intervenire adottando misure
straordinarie che irrobustiscano le tutele e gli ammortizzatori
sociali esistenti, allargandoli anche a chi oggi ne è privo. In
particolare:

Per
coloro che hanno un contratto a termine e non venissero confermati
dovrebbe essere previsto un rafforzamento del sostegno al reddito in
caso di disoccupazione (Naspi e Discoll) prolungandone la durata.
Andrebbero, inoltre, messe in campo norme che agevolino il rientro al
lavoro al termine della crisi.

Le
giornate di cassa integrazione derivanti dalla crisi attuale non
dovrebbero essere conteggiate nel periodo di durata massima oggi
previsto, per i lavoratori somministrati è, peraltro, prevista la
possibilità di utilizzo del Fondo di solidarietà bilaterale per
coprire periodi di riduzione o sospensione dell’attività lavorativa
delle aziende utilizzatrici. La reintroduzione della cassa
integrazione in deroga, già sperimentata in precedenti situazioni di
crisi eccezionali, potrebbe essere un ulteriore strumento da
utilizzare.

Andrebbero
estesi, ovunque possibile, gli ammortizzatori sociali alle figure
oggi scoperte quali collaboratori e partite iva individuali e
rafforzati quelli esistenti (importo prestazioni malattia nella
Gestione Separata Inps e Discoll). Segnaliamo che tra coloro che sono scoperti da qualsiasi tutela ci sono i lavoratori autonomi dello
sport – invisibili alle statistiche e in buona parte all’Inps – dello
spettacolo e più in generale legati al turismo, che sono tra i primi
ad aver subito, con la drastica riduzione dell’attività nei settori,
un tracollo in termini di reddito.

FeLSA
Cisl NIdiL Cgil UilTemp avvieranno, una volta definiti gli interventi
governativi in merito, un confronto con le associazioni datoriali
della somministrazione per valutare come il sistema della
bilateralità può intervenire, anche con misure temporanee ed
eccezionali, per coprire coloro che rischiano di perdere il lavoro.

Desideriamo
inoltre, in questo stato straordinario di emergenza, ringraziare
tutto il personale sanitario impegnato in queste giornate, con
particolare attenzione alle lavoratrici e lavoratori con contratto di
somministrazione, collaborazione e partita iva, che nonostante la
loro condizione di fragilità e incertezza contrattuale continuano a
prestare con professionalità e spirito di servizio il loro lavoro, a
tutela della salute di tutta la popolazione.

Sarebbe
inaccettabile, infatti, che il prezzo più alto della crisi in un
contesto di paura e incertezza fosse pagato dai lavoratori precari e,
comunque, da coloro che già soffrono un sistema di tutele sociali
più debole.

Felsa Cisl NidilCgil Uiltemp