Roma, 30 ott. (Adnkronos/Labitalia) – Una flessibilita’ contrattata, in grado di costruire una vera e propria governance, un sistema avanzato di diritti e tutele che veda al centro il lavoratore e il territorio. Il lavoro in somministrazione riparte da qui, secondo quanto previsto nella piattaforma di rinnovo contrattuale di categoria predisposta dalla Felsa Cisl, come approvata dal consiglio generale di categoria dopo diverse assemblee di confronto con i lavoratori.
Secondo la Felsa, “gli sportelli territoriali di Ebitemp, il rafforzamento delle Commissioni sindacali territoriali, le politiche attive nel territorio, come la formazione continua, sono alcuni strumenti utili a mettere sempre piu’ al centro dell’azione sindacale il lavoratore in somministrazione, permettendone un coinvolgimento diretto”.
La piattaforma, inoltre, si sviluppa nella tutela delle missioni di breve durata, nella parita’ economica e normativa, nel rafforzamento del tempo indeterminato, verso l’ampliamento dei diritti di informazione. In tutto questo articolato disegno e’ fondamentale, ancora una volta e ancora di piu’ che in passato, il ruolo di una bilateralita’ che e’ perno e sintesi ideale degli interessi dei lavoratori, delle parti sociali e delle agenzie per il lavoro.
Da questo punto di vista, quindi, anche il contributo simbolico richiesto al lavoratore per accedere alla bilateralita’ deve essere inteso unicamente all’interno di questa logica: porre al centro del sistema contrattuale proprio il lavoratore e garantire, allo stesso modo, congruita’ ed esigibilita’ delle prestazioni. “Le novita’ di queste settimane, arrivate dalla riforma del mercato del lavoro – spiega il segretario nazionale Felsa Cisl, SilviaDegl’Innocenti – hanno posto alla nostra attenzione una priorita’ assoluta, quella di immaginare, in sede di rinnovo contrattuale, una piattaforma diversa rispetto al recente passato e in grado di interpretare al meglio i cambiamenti in atto, spostando l’attenzione dal livello nazionale ad uno marcatamente territoriale, maggiormente in grado di interpretare i bisogni del lavoratore in somministrazione e rafforzare cosi’ l’azione sindacale”.
“Se quello precedente -sottolinea Degl’Innocenti- puo’ essere definito come il contratto ‘del welfare’, questo e’ certamente quello della ‘rappresentanza’”. Una rappresentanza piu’ forte che, proprio partendo da una diversa dimensione territoriale, riesce a porre rimedio ad una delle difficolta’ croniche del lavoro in somministrazione, cioe’ quella di far percepire concretamente al lavoratore di non essere solo nel suo percorso, ma anzi di far parte di un sistema integrato