Il versamento dei contributi previdenziali è un passaggio fondamentale per maturare la pensione lavorativa. Sembra una cosa scontata, ma l’eventualità che non vengano regolarmente pagati non è nemmeno cos è remota. Cosa succede in questi casi? Scopriamolo assieme.
Il versamento dei contributi previdenziali è un passaggio fondamentale per maturare la pensione lavorativa. Sembra una cosa scontata, ma l’eventualità che non vengano regolarmente pagati non è nemmeno cos è remota. Cosa succede in questi casi? Scopriamolo assieme. Cosa succede se non si pagano i contributi Inps?Il mancato versamento dei contributi previdenziali coinvolge diverse tipologie di lavoratori, a seconda delle diverse casistiche e dei rapporti di lavoro.
Nell’ipotesi di un rapporto di lavoro subordinato, co.co.co. o in somministrazione, se viene accertata la mancata contribuzione da parte del datore di lavoro o del committente, si concretizza una situazione di evasione contributiva. Vengono applicate delle sanzioni per ogni dipendente o collaboratore per cui il versamento non è stato eseguito. Da parte sua, il lavoratore può esigere il versamento dall’azienda e se questa continua a non rispettare gli obblighi, può rivolgersi direttamente all’ente previdenziale denunciando l’accaduto e chiedendo il risarcimento del danno. Può inoltre rivolgersi al sindacato sia per fare una verifica, sia per essere supportato nella sua richiesta di risarcimento danni. In caso di somministrati o collaboratori esistono categorie specifiche, come ad esempio FeLSA Cisl. Sono previste sanzioni anche nel caso in cui sia il lavoratore autonomo o libero professionista a non provvedere al versamento. L’Inps, una volta accertata l’omissione contributiva, può avanzare la richiesta di pagare le somme richieste, con l’aggiunta delle sanzioni e di eventuali interessi. Il lavoratore autonomo può procedere ad un ravvedimento operoso, come accade quando non vengono regolarmente saldate le imposte calcolate sui guadagni ottenuti. HAI BISOGNO DI UNA CONSULENZA? CONTATTACI Chi paga i contributi non versati?La procedura con la quale l’Inps si attiva dopo aver accertato che i contributi non sono stati versati segue percorsi diversi.
Anche il lavoratore autonomo riceve un avviso bonario per il mancato pagamento, con una sanzione del 10% e gli interessi per regolarizzare la posizione.
HAI BISOGNO DI UNA CONSULENZA? CONTATTACI Come verificare se si hanno debiti con l’Inps?Mentre il lavoratore autonomo è direttamente responsabile del proprio stato contributivo nei confronti dell’Inps, un lavoratore co.co.co. o in somministrazione, come uno dipendente, fa affidamento sulla fiducia nei confronti del committente e del somministratore. Il sistema permette comunque di monitorare la situazione, attraverso strumenti online piuttosto che tramite le consulenze di professionisti ed esperti che forniscono consulenze, come patronati, Caf e associazioni rappresentative. Dal portale dell’Inps si può infatti accedere all’estratto conto contributivo/previdenziale. È il documenta al cui interno sono elencati tutti i contributi effettuati a vantaggio del lavoratore. Si tratta quindi di un riepilogo costantemente aggiornato che tiene conto della gestione alla quale è iscritto l’utente. I patronati come l’Inas Cisl possono:
È rivolto a tutti i lavoratori, includendo quelli autonomi che, per quanto scrupolosi e puntuali nell’effettuare i dovuti pagamenti, possono incorrere in qualche imprevisto e hanno cos è modo di controllare il loro profilo.
Può essere richiesto in qualsiasi momento. Sono riportati i dati anagrafici del lavoratore, oltre che i versamenti cos è suddivisi:
Chi svolge un’attività parasubordinata può verificare dalla lettura della busta paga che chi di dovere versi i regolari contributi, sempre con l’assistenza di un servizio dedicato o di un operatore sindacale. HAI BISOGNO DI UNA CONSULENZA? CONTATTACI Quando vanno in prescrizione i contributi Inps non pagati?La verifica della posizione contributiva è utile per intervenire per tempo prima che scatti la prescrizione di un’inadempienza che superi i 5 anni. A questo punto, infatti, decade l’obbligo del versamento dei contributi, sempre che ovviamente non sia in corso un procedimento nei confronti dell’azienda piuttosto che lavoratore autonomo. I contributi non possono quindi essere più richiesti? Non esattamente.
La costituzione di rendita vitalizia vale anche per omissioni parziali, come il mancato versamento dei contributi per un determinato periodo o il versamento di somme inferiori rispetto a quelle che spettavano. Resta fermo il fatto che il lavoratore possa intentare causa al datore/committente/somministratore, trovandosi di fronte ad una situazione che “determina l’attualizzarsi del danno patrimoniale risarcibile“, come precisato dalla Corte di Cassazione. Una contribuzione anomala incide sulla pensione che risulterà meno consistente o sui tempi per accedere al diritto, destinati a prolungarsi. Tutelarsi o porre rimedio alle inadempienze è dunque necessario e vitale. Per questa ragione è bene rivolgersi ad esperti che possono supportare i lavoratori quali i patronati, come Inas CISL, o, nel caso di lavoratori somministrati, alle rappresentanze sindacali.
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