Gestione Separata Inps: Le Priorità Della Felsa

Spettabile Redazione Corriere della Sera

Prendendo spunto dall’articolo di Dario di Vico (Corriere della Sera del 29 ottobre) riteniamo opportuno esplicitare la posizione della FeLSA Cisl, federazione nata per rappresentare e tutelare anche il “popolo delle Partite Iva” , per quanto riguarda la prossima entrata a regime della riforma Fornero in materia di previdenza per i lavoratori a partita iva e per i collaboratori iscritti alla Gestione Separata INPS.

Spettabile Redazione Corriere della Sera

Prendendo spunto dall’articolo di Dario di Vico (Corriere della Sera del 29 ottobre) riteniamo opportuno esplicitare la posizione della FeLSA Cisl, federazione nata per rappresentare e tutelare anche il “popolo delle Partite Iva” , per quanto riguarda la prossima entrata a regime della riforma Fornero in materia di previdenza per i lavoratori a partita iva e per i collaboratori iscritti alla Gestione Separata INPS.Quale è il futuro di questi lavoratori in Italia? Come si gestisce una flessibilità che spesso ha assunto forme del tutto estreme, nel nostro paese? Pensiamo, da sempre, che l’obiettivo principale di qualsiasi approccio a questa materia debba avere come stella polare il raggiungimento, per ogni lavoratore coinvolto, di una contribuzione previdenziale equa e dignitosa.Come si declina concretamente questo obiettivo? Se il graduale inasprimento contributivo è un tassello in questa direzione, allo stesso modo, ragionare solo in termini di “peso fiscale” è sbagliato e parziale, se consideriamo che la platea dei lavoratori ai quali la riforma è destinata, è composta da persone che fanno i conti, già oggi, con rapporti di lavoro “spot” e versamenti contributivi necessariamente discontinui. Per noi, non è possibile discutere di questi temi senza partire da un concetto fondamentale come quello della equità di versamento con il lavoro dipendente. E’ necessario partire proprio da qui, per evitare l’utilizzo distorto di questi lavoratori e di queste flessibilità attraverso forme pericolose di dumping sociale ed economico. Seguendo lo stesso ragionamento, va da sè, che a a parità di versamento contributivo, vadano garantite pari prestazioni. Allo stesso modo, non possiamo non considerare che la giovane età media del “lavoratore tipo a partita iva” richiami ulteriormente la necessità di costruire per lui una solida base previdenziale su cui costruire il proprio futuro, lavorativo e non solo. Il problema, inquadrato in questo modo, quindi, non è più solo quello di raggiungere un equilibrio contabile ma, semmai, fare sì che per davvero quei contributi in più tornino efficacemente ai lavoratori in termini di servizi e tutele. Occorre, in altre parole, indirizzare le risorse alla costruzione di un nuovo welfare, più efficace e performante di quello attuale. Partendo da quanto si è fatto finora e rafforzandolo ulteriormente attraverso un patto generazionale che, a fronte di maggiori versamenti offra davvero maggiori garanzie di tutela. Non ci sfugge, vogliamo ribadirlo, la necessità di rivedere l’intero sistema dei requisiti di accesso, della stessa platea dei beneficiari, ma aumentare la percezione di tutela dei lavoratori non standard passa necessariamente per la definizione di un congruo pacchetto di risorse. A nostro avviso, i veri nodi da sciogliere risiedono nella necessità di ridefinire le modalità di intervento della gestione separata Inps soprattutto per quanto riguarda le prestazioni temporanee, insieme ad una nuova e diversa strutturazione del meccanismo di ripartizione del versamento contributivo tra committenti e collaboratori a progetto, come pure tra liberi professionisti a partita iva e associati in partecipazione. Gli interventi da fare, quindi, devono andare nel senso di ottimizzare le risorse attraverso una maggiore omogeneità dell’intero sistema di welfare. Pensiamo davvero che l’uscita dalla crisi dell’intero sistema lavoro passi solo per questa strada, altre scorciatoie non ce ne sono.

Cordiali saluti

Il segretario generale Felsa Cisl

Ivan Guizzardi