ISTAT, a rischio occupazionale e salariale circa 400 rilevatori statistici impiegati nel servizio di conduzione e gestione delle interviste CAPI

FeLSA CISL, NIdiL CGIL, UILTemp: l’Istituto apra tavolo di confronto in sede sindacale finalizzato a garantire la continuità lavorativa nel cambio appalto da IPSOS a CSA

Roma, 15 maggio 2024 – Aprire un tavolo di confronto in sede sindacale finalizzato a garantire la continuità lavorativa dei circa 400 rilevatori ISTAT con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, molti anche di durata pluriennale, impiegati nelle due grosse commesse per la gestione del servizio di conduzione e gestione delle interviste CAPI, propedeutico all’aggiornamento dei dati sulla spesa delle famiglie e la forza di lavoro, a rischio occupazionale e salariale in seguito all’avvenuto cambio appalto dalla società uscente IPSOS alla subentrante azienda CSA. La richiesta è delle organizzazioni sindacali di categoria FeLSA CISL, NIdiL CGIL, UILTemp, oggi in presidio sotto la sede dell’istituto in Via Cesare Balbo dalle 10:30 alle 13:00 per sollecitare un intervento diretto dell’Istituto di Statistica, chiamato ad assumersi le responsabilità politiche in quanto soggetto appaltante, e per denunciare l’atteggiamento di netta chiusura da parte della società aggiudicataria che da mesi ignora gli innumerevoli appelli del sindacato volti ad individuare una soluzione di prospettiva per le lavoratrici e i lavoratori.

 

“La scelta di indire una conferenza stampa e un presidio lo stesso giorno in cui Istat presenta a Montecitorio il “Rapporto 2024” – dichiarano le tre federazioni in un comunicato unitario – è un modo per mettere in evidenza la gravità della situazione e, al tempo stesso il paradosso in atto; da un lato l’Istat che presenta il tradizionale Rapporto che delinea la situazione del Paese, e dall’altra parte la preoccupazione e lo sconforto dei circa 400 rilevatori statistici che da anni con dedizione e professionalità contribuiscono alla raccolta di dati cruciali per la definizione di quelle stesse politiche strategiche del Paese delineate nel medesimo Rapporto Annuale”. “La vertenza non può e non deve restare inascoltata.

 

La mobilitazione a tutela del lavoro, della salvaguardia di professionalità preziose per il Paese e della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori – concludono i sindacati – proseguirà fintanto che l’ISTAT, si assuma la responsabilità di garantire una corretta continuità del servizio, che non può che passare dalla contrattualizzazione di tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori attualmente in forza”.