Lavoratori somministrati Poste Italiane: gli accordi vanno rispettati

Comunicato stampa

Sta proseguendo ormai da mesi la vertenza nazionale che vede
coinvolti centinaia di lavoratori con contratto di somministrazione,
assunti dalla Agenzia per il Lavoro Adecco e in missione presso Poste
Italiane.

Comunicato stampa

Sta proseguendo ormai da mesi la vertenza nazionale che vede
coinvolti centinaia di lavoratori con contratto di somministrazione,
assunti dalla Agenzia per il Lavoro Adecco e in missione presso Poste
Italiane.

Stiamo parlando di
lavoratori che svolgono la funzione di autisti, particolarmente
qualificati, che proprio a motivo della rilevanza del loro lavoro
sono stati stabilizzati da Adecco grazie ad un accordo sindacale. Da
giugno in poi Poste Italiane ha deciso di interrompere i contratti di
questi lavoratori, non rinnovando più le missioni degli stabilizzati
che giungono a 24 mesi di anzianità in somministrazione e lasciando
scadere i contratti dei lavoratori a TD in somministrazione al
raggiungimento dei 12 mesi di anzianità. Paradossalmente però,
questa interruzione dei contratti non è stata giustificata da un
calo delle attività di Poste Italiane (che ha visto semmai un
aumento in questi mesi), bensì da altre due motivazioni: la scelta
organizzativa di esternalizzare il servizio del trasporto a media e
lunga percorrenza a ditte accollatarie per risparmiare economicamente
(gli accollatari infatti, operano perlopiù con trattamenti
retributivi al ribasso), e l’interpretazione normativa di Poste
Italiane che nega la possibilità di proseguire oltre i 24 mesi di
missioni a TD presso la stessa azienda anche se si ha un contratto in
somministrazione a tempo indeterminato.

In seguito allo
sciopero del 27 luglio 2020, che ha visto un’imponente
mobilitazione dei lavoratori somministrati, il Ministero dello
Sviluppo Economico ha deciso di interessarsi direttamente di questa
vertenza.

Per tentare di
fugare i dubbi di Poste Italiane sull’applicazione di una norma
dello Stato, peraltro già chiarita nella sua interpretazione da una
circolare del Ministero del Lavoro del 2018, il Parlamento italiano
ha legiferato in materia di somministrazione a tempo indeterminato
chiarendo che è possibile superare i 24 mesi di somministrazione a
tempo indeterminato con missioni a termine ma solo fino al 31
dicembre 2021. Come dire, sei a tempo indeterminato, ma solo fino ad
una certa data, ponendo un problema di continuità occupazionale per
l’intero settore della somministrazione

A seguito della
modifica legislativa si è pervenuti ad un Accordo con il MISE in cui
si esplicitava che tutti coloro che lavoravano e hanno lavorato in
poste avrebbero avuto continuità occupazionale recuperando anche i
contatti interrotti, nel rispetto della parità di trattamento. Su
tale intesa le OO.SS avevano espresso soddisfazione e lo stesso
Viceministro in qualità di firmatario ha esplicitato pubblicamente
che si era giunti ad una soluzione che salvava 500 famiglie.

Successivamente i contratti di lavoro a tempo indeterminato in
scadenza sono stati prorogati fino ad Aprile 2021 ma cambiando
mansione e assegnandoli come portalettere; i 19 contratti a termine
invece non sono stati rinnovati; cos è come i lavoratori
precedentemente interrotti (sia a tempo determinato che
indeterminato) non sono stati richiamati, smentendo nei fatti le
intese sottoscritte con il MISE.

Non si hanno notizie
su quale sia il piano aziendale complessivo coerente con gli accordi
sottoscritti e lo stesso Ministero ad oggi non è in grado di fornire
alcuna informazione.

In tutto questo
rileviamo anche che la parità di trattamento economica non è stata
rispettata in quanto ai lavoratori somministrati non sono state
riconosciute le premialità aziendali che avrebbero dovuto esser loro
erogate in automatico, in conformità alla legge che afferma il
principio della parità di trattamento normativo e retributivo dei
lavoratori in somministrazione.

I lavoratori si
sentono presi in giro per queste finte soluzioni che non chiariscono
quale strada si voglia intraprendere per una risoluzione complessiva
del problema.

Chiediamo
l’immediata applicazione degli accordi sottoscritti con il Ministero.
Oltre ai posti di lavoro è in gioco la stessa credibilità
dell’istituzione e di chi la rappresenta.

Le Organizzazioni
Sindacali avvieranno una campagna diffusa di assemblee a livello
decentrato, mantengono lo stato di agitazione, e qualora non vi siano
risposte serie e coerenti con le intese, valuteranno tutte le
possibili forme di mobilitazione per chiudere in maniera positiva la
vertenza.

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