In caso di una contrazione dell’attività lavorativa per una crisi aziendale, viene corrisposto un importo definito trattamento di integrazione salariale. Sono molteplici le misure previste dall’ordinamento italiano e coinvolgono in via sperimentale anche i lavoratori autonomi e liberi professionisti.
In caso di una contrazione dell’attività lavorativa per una crisi aziendale, viene corrisposto un importo definito trattamento di integrazione salariale. Sono molteplici le misure previste dall’ordinamento italiano e coinvolgono in via sperimentale anche i lavoratori autonomi e liberi professionisti. Cosa significa integrazione di retribuzione? L’integrazione di retribuzione è un ammortizzatore sociale che subentra come forma di sostegno al reddito per i lavoratori coinvolti dalle crisi aziendali. In base a quanto previsto dall’ordinamento attuale, in Italia sono previste le seguenti integrazioni:
Le integrazione salariali, dal momento che corrispondono a prestazioni previdenziali, sono escluse dalla base imponibile fiscale. HAI BISOGNO DI UNA CONSULENZA? CONATTATCIChe cos’è il contributo CIGS in busta paga? Passando in rassegna alcune delle diverse tipologie di integrazioni, la Cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS) è un’indennità che viene erogata dall’Inps. Il suo obiettivo è di integrare la retribuzione dei lavoratori dipendenti in aziende alle prese con riorganizzazioni interne, crisi aziendali o contratti di solidarietà. Quanto ai CDS, sono stati introdotti dalla legge n. 863/1984 e consentono la tutela dell’occupazione con una diminuzione dell’orario di lavoro, evitando la perdita totale della retribuzione per il lavoratore. In seguito alla riforma degli ammortizzatori sociali, la riduzione media oraria non può essere superiore all’80% dell’orario giornaliero, settimanale o mensile. A beneficiare della CIGS sono i lavoratori con un contratto di lavoro subordinato che hanno maturato un’anzianità di servizio effettiva di 30 giorni dalla data di presentazione della domanda. Vi rientrano anche gli apprendisti e i lavoratori a domicilio. Sono invece esclusi i dirigenti. L’importo dell’integrazione salariale è pari all’80% della retribuzione globale che spetterebbe ai lavoratori coinvolti per le ore di lavoro non prestate, comprese tra zero e il limite orario fissato dalla contrattazione collettiva nazionale. Nel computo della retribuzione sono comprese le voci fisse, tra cui superminimi, indennità per turno e scatti di anzianità. Vi rientrano poi anche tredicesima ed eventuale quattordicesima percepita durante il periodo di cassa integrazione. L’importo viene inoltre preso in considerazioni ai fini dei contributi previdenziali, come accade con le altre tipologie di intervento. Quanto alla durata massima dell’intervento, varia a seconda dei casi:
HAI BISOGNO DI UNA CONSULENZA? CONTATTATCICome funziona il Fondo di integrazione salariale? Il FIS, Fondo di integrazione salariale, assicura un sostegno reddituale di fronte alla sospensione o cessazione dell’attività lavorativa. Come nel caso della CIGS, le prestazioni sono destinate ai lavoratori con contratto subordinato, tra cui gli apprendisti assunti tramite contratto di apprendistato professionalizzante o di secondo livello. Devono aver maturato un’anzianità di servizio di almeno 90 giorni dalla data di assunzione.
Ne sono invece esclusi dirigenti e lavoratori a domicilio. I datori di lavoro che rientrano nel FIS
La contribuzione al FIS si caratterizza per un contributo ordinario e uno addizionale:
Il contributo addizionale è invece totalmente a carico del datore ed è pari al 4% delle retribuzioni perse. Le prestazioni si suddividono in:
La misura dell’integrazione è pari all’80% della retribuzione lorda globale. HAI BISOGNO DI UNA CONSULENZA? CONTATTACIChi paga l’integrazione salariale? In linea generale, le integrazioni salariali vengono corrisposte dai datori di lavoro in via anticipata, per quindi essere rimborsate dall’Inps. Nell’ipotesi in cui l’azienda si ritrovi in comprovate difficoltà finanziarie, l’ente previdenziale interviene direttamente nell’erogazione. I lavoratori destinatari di cassa integrazione, assegno ordinario o di solidarietà, corrisposti direttamente dall’Inps, mantengono il diritto all’assegno unico e universale per familiari a carico. È importante ricordare che nel periodo in cui il lavoratore riceve la misura di integrazione salariale continua a maturare il Trattamento di fine rapporto. Il TFR, infatti, continua a maturare per l’equivalente della retribuzione che gli spetterebbe nel caso di uno svolgimento normale del rapporto di lavoro. L’Inps si occupa di erogare anche l’ISCRO, la misura a favore dei lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata che hanno visto contrarsi i loro guadagni professionali come riflesso di situazioni di crisi economica. Può essere richiesta una sola volta nel triennio di sperimentazione 2021-2023 e ha una durata massima di 6 mensilità. La cifra è pari al 25% dell’ultimo reddito da lavoratore autonomo e secondo le indicazioni fornite per l’anno in corso, il contributo prevede un importo massimo di 881,23 euro mensili e non può essere inferiore a 275,38 euro.
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