Maternità lavoratrici autonome

Anche le lavoratrici autonome sono destinatarie di una indennità economica, erogata dall’Inps, durante il periodo di tutela della maternità. La misura economica si estende ai padri, grazie soprattutto agli ultimi interventi normativi che puntano a migliorare la conciliazione tra lavoro e vita privata.

Anche le lavoratrici autonome sono destinatarie di una indennità economica, erogata dall’Inps, durante il periodo di tutela della maternità. La misura economica si estende ai padri, grazie soprattutto agli ultimi interventi normativi che puntano a migliorare la conciliazione tra lavoro e vita privata. Come funziona la maternità per gli autonomi?Il diritto al congedo parentale in Italia è regolato dal decreto legislativo n. 151/2001. Consiste in un periodo di astensione dal lavoro per potersi dedicare alla cura e alla crescita del figlio. Non deve essere confuso con la maternità obbligatoria che copre un periodo che va dai due mesi prima del parto e fino ai tre mesi successivi. Riguarda anche i casi di adozione o affidamento e vale per i 5 mesi successivi all’ingresso in famiglia del bambino. La madre lavoratrice autonoma pertanto ha diritto ai cinque mesi di congedo di maternità, in concomitanza della nascita del figlio, come qualsiasi altra lavoratrice. In questo periodo riceve una indennità di maternità, erogata dall’Inps se è correttamente iscritta alla Gestione di riferimento e in regola con il versamento dei contributi. L’indennità è pari all’80% rispetto alla retribuzione giornaliera. Entrando nello specifico per ciò che riguarda il congedo parentale degli autonomi, il recente decreto legislativo n. 105/2022, entrato in vigore ad agosto 2022, ha introdotto importanti novità, recependo la Direttiva 2010/18/UE. Si tratta di un passaggio importante perchè rivolge la sua attenzione anche ai padri lavoratori autonomi. Come indicato sul portale dell’ente previdenziale, alla lavoratrice e al lavoratore autonomo spetta un’indennità economica per i periodi di tutela della maternità/paternità. È importante ricordare che tale indennità non comporta l’obbligo di astensione dall’attività lavorativa. Il congedo parentale ai lavoratori delle seguenti categorie:

  • artigiani;
    commercianti;
  • coltivatori diretti, coloni, mezzadri e imprenditori agricoli professionali;
  • pescatori autonomi della piccola pesca marittima e delle acque interne.

La misura copre un periodo di massimo tre mesi, per ogni figlio, erogati a ciascun genitore ed è riconosciuta entro il primo anno di vita del bambino. Vale anche per i casi di affidamento o adozione. La madre lavoratrice autonoma ha accesso a questi ulteriori tre mesi dopo aver fruito completamente del periodo di maternità obbligatorio e sempre entro il primo anno di vita. L’indennità passa dall’80% al 30% rispetto alla retribuzione giornaliera, stabilita di anno in anno in base alla categoria lavorativa. L’indennità di paternità dell’80% è riconosciuta al padre lavoratore autonomo in caso di:

  • morte o grave infermità della madre;
  • abbandono del figlio o mancato riconoscimento del neonato da parte della madre;
  • affidamento esclusivo del figlio al padre.

HAI BISOGNO DI UNA CONSULENZA? CONTATTACI Quando presentare la domanda di maternità per le lavoratrici autonome?Le lavoratrici sono tenute a presentare la domanda di maternità obbligatoria all’Inps prima dei due mesi che precedono la data presunta del parto e comunque mai oltre un anno dalla fine del periodo indennizzabile di 5 mesi. La domanda può essere inoltrata:

  • attraverso i servizi forniti dai patronati e dagli intermediari dell’Inps;
  • online, tramite il servizio telematico dell’ente;
  • via telefonica, chiamando il Contact Center al numero 803 164 (da linea fissa) o il numero 06 164 164 (da rete mobile).

Per accedere all’area dedicata del sito è necessario disporre di Spid o, in alternativa, di Cie (Carta d’identità elettronica) o Cns (Carta nazionale dei servizi). Tra le tutele estese con ultimi interventi legislativi, c’è la possibilità di fare richiesta dell’indennità per i due mesi che precedono l’inizio del periodo di congedo obbligatorio in caso di gravidanza a rischio. L’indennità è dell’80% anche per questi due mesi e per poterne beneficiare occorre effettuare un accertamento dell’Asl di competenze che certifichi le condizioni di gravidanza. Le indicazioni sono fornite dal messaggio Inps n. 3066 del 4 agosto 2022, emesso a seguito del dlgs. 105/2022.
I tempi di lavorazione del provvedimento sono fissati in 55 giorni. HAI BISOGNO DI UNA CONSULENZA? CONTATTACI Cos’è la conciliazione vita-lavoro?Con l’espressione conciliazione tra vita e lavoro si intende la capacità di bilanciare le esigenze della vita privata e di quella lavorativa. Si punta ad una corretta gestione di entrambe, senza sottrarre tempo prezioso alle relazioni personali e familiari. Il decreto legislativo n. 105/2022 è stato emanato proprio per dare piena applicazione alla direttiva Ue 2019/1158, che fissa alcuni punti chiave sul tema. La norma europea indica, per esempio, che le politiche in materia di equilibrio tra attività professionale e vita familiare dovrebbero contribuire al raggiungimento della parità di genere. Ciò è possibile favorendo la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, grazie all’equa ripartizione delle responsabilità di assistenza tra uomini e donne. In questo modo si può colmare il divario di reddito e retributivo di genere. I congedi parentali diventano dunque un elemento chiave nel bilanciamento delle diverse esigenze e il loro consolidamento è importante per il benessere psicologico delle lavoratrici e dei lavoratori.