Destinata a chi è senza lavoro, la NASpI (Nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego) è un indennizzo per la disoccupazione involontaria. Sul tema si crea spesso confusione, soprattutto su chi possa farne richiesta. Cerchiamo di fare chiarezza insieme.
Destinata a chi è senza lavoro, la NASpI (Nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego) è un indennizzo per la disoccupazione involontaria. Sul tema si crea spesso confusione, soprattutto su chi possa farne richiesta. Cerchiamo di fare chiarezza insieme. Come funziona la NASpI e quanto dura? Si tratta di un sostegno reddituale per i lavoratori che si ritrovano senza un rapporto di lavoro subordinato in modo involontario. Non spetta di norma a quei lavoratori che si dimettono, tranne nel caso di dimissioni per giusta causa o dimissioni protette per maternità, o che hanno interrotto il rapporto attraverso una risoluzione consensuale, salvo alcune eccezioni. La NASpI riguarda:
Dal 2022, la misura è stata estesa agli operai agricoli a tempo indeterminato, dipendenti delle cooperative e loro consorzi che trasformano, manipolano e commercializzano prodotti agricoli e zootecnici. Sono di conseguenza esclusi dalla prestazione:
La NASpI non coinvolge nemmeno i lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per il lavoro stagionale. Per questa categoria, resta confermata la normativa specifica. TI OCCORRE UNA CONSULENZA? CONTATTACI Quando ho diritto alla NASpI?I requisiti fissati dalla normativa per accedere al sostentamento prevedono:
Lo stato di disoccupazione prevede che si considerano disoccupati i soggetti che hanno perso involontariamente il proprio impiego. Devono inoltre dichiarare la loro disponibilità immediata allo svolgimento di attività lavorativa per via telematica, attraverso il portale nazionale delle politiche del lavoro, o recandosi al proprio Centro per l’impiego. In aggiunta, devono attestare la volontà di partecipare alle misure di politica attiva del lavoro. L’accesso è comunque consentito, se sussistono gli altri requisiti, anche in caso di:
Il requisito contributivo richiede almeno 13 settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione. Sono considerati utili per soddisfare tale richiesta:
La domanda può essere presentata online, dalla piattaforma INPS. Per completare la procedura nel modo corretto è consigliabile affidarsi all’assistenza di professionisti competenti a disposizioni anche negli enti di patronato, come ad esempio INAS CISL, o gli sportelli sindacali. La domanda va quindi inoltrata entro 68 giorni.
La NASpI è erogata mensilmente e copre un periodo di settimane pari alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi quattro anni. TI OCCORRE UNA CONSULENZA? CONTATTACI Quanto è l’importo netta della NASpI?Il precettore della prestazione di disoccupazione riceve un importo pari al 75% della retribuzione media mensile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni. Questo avviene nel caso la retribuzione sia inferiore ad un importo di riferimento stabilita dalla legge, rivalutata ogni anno secondo le variazioni dell’indica ISTAT. Per il 2023, l’importo di riferimento è di 1.352,19 euro. Se invece la retribuzione media è superiore alla cifra di riferimento, la NASpI è pari al 75% dell’importo di riferimento annuo previsto dalla legge, sommato al 25% della differenze tra la retribuzione media mensile e tale importo. Si riduce del 3% ogni mese a partire dal primo giorno del sesto mese di fruizione. Nell’ipotesi che il destinatario svolga prestazione di lavoro occasionale, l’indennità è interamente cumulabile con questi compensi, a patto che non siano superiori a 5.000 euro per anno civile. La NASpI è attribuibile dall’ottavo giorno successivo alla data di cessazione del rapporto di lavoro, se la domanda è presentata entro l’ottavo giorno. Se invece viene inoltrata dopo l’ottavo giorno, spetta a partire dal giorno successivo alla presentazione della richiesta, purchè avvenga entro i limiti di legge. TI OCCORRE UNA CONSULENZA? CONTATTACI Che differenza c’è tra NASpI e disoccupazione?La NASpI è stata introdotta nel sistema italiano con il Decreto Legislativo n. 22 del 4 marzo 2015, meglio conosciuto come Jobs Act. Rappresenta a tutti gli effetti l’indennità di disoccupazione in Italia. Tra le tipologie di lavoratori che possono fare domanda, sono compresi i titolari di partita Iva, ma a determinate condizioni. La principale è che abbiano svolto, parallelamente a quella da liberi professionisti, un’attività subordinata, persa per cause involontarie. La normativa infatti prevede già una misura di sostegno per chi opera esclusivamente come lavoratore autonomo: l’ISCRO, l’Indennità straordinaria di continuità reddituale o operativa, prorogata anche per il 2023. È riservata ai liberi professionisti che hanno visto una sensibile diminuzione delle entrate lavorative. Un’altra forma di sostegno economico in caso di perdita di lavoro è la DIS-COLL, prerogativa dei collaboratori coordinati e continuativi, oltre che di assegnisti e dottorandi di ricerca con borse di studio, che hanno perso involontariamente l’occupazione. Inoltre per i lavoratori che hanno terminato un contratto di somministrazione è prevista un ulteriore contributo aggiuntivo una tantum, erogato dal fondo della bilateralità Formatemp, e che prende il nome di sostegno al reddito. TI OCCORRE UNA CONSULENZA? CONTATTACI Quali licenziamenti non danno diritto alla NASpI?In tema di indennizzo per la disoccupazione, è importante ribadire che il diritto a beneficiarne è legato alla perdita involontaria del lavoro. Come riportato in precedenza, rientrano in questa circostanza i licenziamenti comminati dal datore di lavoro, compreso quello disciplinare, sia per giustificato motivo soggettivo che per giusta causa. Il licenziamento per giustificato motivo soggettivo si concretizza nel momento in cui il lavoratore mette in atto comportamenti meno gravi rispetto a quelli che rientrano nella giusta causa, ma comunque giudicati rilevanti. Il licenziamento per giusta causa, disciplinato dall’articolo 2119 c.c., comprende i casi di:
La giusta causa vale anche per le dimissioni. Per quanto di fronte ad una interruzione volontaria del rapporto di lavoro, il lavoratore può comunque fare richiesta per la NASpI, secondo i casi indicati dall’INPS e da pronunciamenti della Corte di Cassazione:
La NASpI, pertanto, non è accessibile da parte del lavoratore che ha lasciato liberamente la sua occupazione o in caso di una risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. TI OCCORRE UNA CONSULENZA? CONTATTACI Quando si è in NASpI vengono versati i contributi?La NASpI è soggetta a tassazione. Va quindi indicata nella dichiarazione dei redditi dal momento che è considerata reddito imponibile. Viene calcolata l’IRPEF, l’imposta progressiva sulle persone fisiche, con aliquote vanno dal 23% al 43%.
Quando viene versata sul conto corrente, è già al netto dell’IRPEF. L’INPS infatti agisce come sostituto d’imposta: è tenuta cos è a rilasciare la Certificazione Unica, necessaria per presentare la dichiarazione dei redditi.
Inoltre per chi percepisce la NASpI viene riconosciuta dall’INPS la contribuzione figurativa per l’intero periodo. Tali contributi non vengono decurtati dalla NASpI ma sono valevoli per l’accesso alla pensione, sia per il calcolo dell’accesso al diritto, sia per il calcolo dell’importo dell’assegno pensionistico.
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