Quali sono e come si detraggono le spese

Nel presentare il modello 730 o il modello 740, quello utilizzato per la dichiarazione dei redditi, il contribuente può detrarre alcune spese sostenute per sè o per i familiari a carico. In questo modo si riduce la base su cui pagare imposte e tasse. Vediamo insieme come procedere.

Nel presentare il modello 730 o il modello 740, quello utilizzato per la dichiarazione dei redditi, il contribuente può detrarre alcune spese sostenute per sè o per i familiari a carico. In questo modo si riduce la base su cui pagare imposte e tasse. Vediamo insieme come procedere. Quali sono le spese che si possono detrarre? Per capire come detrarre le spese, occorre anzitutto fare una distinzione tra le cosiddette spese deducibili e spese detraibili.

  • Le spese deducibili sono sottratte dall’ammontare del reddito complessivo.
  • Le spese detraibili vengono sottratte dall’imposta lorda, in misura percentuale.

L’imposta lorda si calcola applicando al reddito complessivo, al netto degli oneri deducibili, le aliquote Irpef divise per scaglioni. Vuol dire che di fronte ad un reddito complessivo di 20.000 euro e 2.000 euro di spese deducibili, il reddito imponibile scende a 18.000 euro. È su questa base che si può quindi procedere al calcolo delle detrazioni. Le spese detraibili comprendono:

  • spese mediche;
  • spese veterinarie;
  • spese per gli interessi passivi dei mutui;
  • spese di intermediazione immobiliare;
  • spese di affitto;
  • spese di ristrutturazione e risparmio energetico (Ecobonus);
  • spese per la rimozione delle barriere architettoniche;
  • spese per interventi di sistemazione del verde (Bonus Verde);
  • spese di istruzione (sia universitarie che non);
  • spese per attività sportive praticate dai ragazzi;
  • spese per l’acquisto di arredi ed elettrodomestici;
  • spese per il trasporto pubblico;
  • spese funerarie.

Rientrano nella categoria anche le erogazioni liberali ad enti o associazioni benefiche piuttosto che alle Onlus o alle fondazioni. Inoltre, per quanto riguarda i figli a carico, può essere portato in detrazione l’Assegno unico e universale. Quanto alle spese detraibili, racchiudono:

  • i contributi previdenziali e assistenziali;
  • i contributi e i premi per forme pensionistiche complementari e individuali;
  • i contributi previdenziali per gli addetti ai servizi domestici e familiari;
  • i contributi e le erogazioni per istituzioni religiose;
  • le spese mediche e di assistenza specifica per le persone con disabilità;
  • i contributi versati ai fondi integrativi del Servizio sanitario nazionale;
  • i contributi per le ONG ritenute idonee operanti con i paesi in via di sviluppo.

A quanto indicato si aggiungono le erogazioni liberali destinate ad enti o associazioni benefiche, culturali e scientifiche. TI OCCORRE UNA CONSULENZA FISCALE? CONTATTACICome si scaricano le spese mediche dal 730?In tema di detrazioni d’imposta, le spese mediche sono una delle voci alle quali i contribuenti rivolgono grande attenzione. Per ottenere il rimborso di queste spese nei periodi d’imposta considerati, occorre compilare in modo corretto il modello 730 (o il modello 740 per le persone fisiche a seconda dei casi) ed è necessario che i pagamenti siano tracciabili. È un passaggio chiave per procedere all’operazione. Per questa ragione può essere utile rivolgersi ad un Caf, come ad esempio a Caf CISL, per essere supportati in fase di domanda. La detrazione del 19% è subordinata al pagamento con strumenti tracciabili. Fanno eccezione gli acquisti di medicinali e di dispositivi medici piuttosto che le prestazioni rese da strutture pubbliche o private accreditate al SSN. In questi casi è ammesso un pagamento in contante, mentre presso farmacie o parafarmacie bisogna utilizzare, per esempio, bancomat, carte di credito o prepagate. Inoltre, i documenti di spesa che permettono benefici fiscali devono riportare la natura del prodotto acquistato. Questa può quindi essere indicata con sigle, abbreviazioni o terminologie che permettono di riferirsi al farmaco:

  • “otc” indica un medicinale da banco;
  • “med” è l’abbreviazione per medicinale;
  • “sop” sta per “senza obbligo di prescrizione”;
  • “f.co” significa “farmaco”.

Oltre all’acquisto dei medicinali, sotto la voce di spese detraibili mediche ritroviamo:

  • prestazioni chirurgiche e specialistiche;
  • prestazioni rese da un medico generico (comprese quelle omeopatiche);
  • ricoveri per operazioni chirurgiche o degenze;
  • indagini radioscopiche, ricerche e applicazioni;
  • visite di medicina sportiva;
  • visite per il rinnovo della patente;
  • spese per l’acquisto o l’affitto di protesi sanitarie;
  • spese per l’acquisto o l’affitto di attrezzatura sanitarie;
  • spese per trapianti d’organi;
  • spese per prestazioni osteopatiche;
  • spese per visite nutrizionali;
  • importi dei ticket pagati nel caso in cui le spese siano state sostenute all’interno del Servizio Sanitario Nazionale;
  • cure termali, in presenza di una prescrizione medica.

Ci sono poi i dispositivi medici:

  • cerotti, garze, bene e, in generale, medicazioni avanzate;
  • termometri;
  • siringhe;
  • apparecchi sanitari tra cui misuratori di pressione e aerosol;
  • prodotti per dentiere;
  • dispositivi medico-diagnostici in vitro, come i contenitori di campioni, i test di gravidanza, strumenti per la misurazione di colesterolo e glucosio e test autodiagnostici;
  • apparecchiature per la fisiokinesiterapia e la laserterapia;
  • strumenti per la magnetoterapia.

Una qualificata assistenza fiscale agevola il contribuente nel completare i passaggi per vedersi riconoscere le spese sostenute per l’acquisto di prodotti medici. Il servizio è offerto anche dai Caf. L’acquirente, da parte sua, deve conservare con cura e attenzione tutta la documentazione prodotta ed emessa non solo per sè, ma anche per spese sostenute per:

  • familiari fiscalmente a carico:
  • familiari non fiscalmente a carico, ma soggetti a patologie esenti;
  • familiare defunto.

Nello specifico, per familiari fiscalmente a carico si intendono:

  • il coniuge che non sia legalmente ed effettivamente separato;
  • i figli, anche se naturali riconosciuti, adottivi, affidati o affiliati.

Il loro status di familiari a carico rimane anche nell’ipotesi in cui non convivano con il contribuente o siano residenti all’estero. Al contrario, con altri familiari è necessario che, per risultare a carico, convivano con il contribuente o siano destinatari di un assegno emesso da lui, senza alcun provvedimento giudiziario. I familiari in questione sono:

  • il coniuge legalmente ed effettivamente separato;
  • i discendenti dei figli;
  • i genitori, naturali o adottivi;
  • il suocero e la suocera;
  • i generi e le nuore;
  • i fratelli e le sorelle;
  • i nonni e le nonne, naturali o adottivi.

Sono richiesti atti o situazioni giuridicamente validi per far risultare questi rapporti di parentela e affinità. TI OCCORRE UNA CONSULENZA FISCALE? CONTATTACICome scaricare la spesa?Una particolare categoria di lavoratori è coinvolta dalla detrazione relativa alle spese sostenute. È quella dei liberi professionisti titolari di partita iva. La spese deducibili rappresentano infatti un aspetto cruciale nella gestione finanziaria di un’attività imprenditoriale. Sapere quali di esse possano essere scaricate è fondamentale per ottimizzare la dichiarazione dei redditi e ridurre quindi l’imponibile fiscale. Il titolare di una partita iva in regime ordinario può dedurre le seguenti spese.

  • Spese di gestione. Le spese di gestione includono tutti i costi associati al funzionamento quotidiano dell’attività. Questi possono comprendere affitti, utenze (luce, acqua, gas, telefono), canoni di leasing per attrezzature e locali e spese di manutenzione. È importante conservare tutte le fatture e i documenti comprovanti per poterle dedurre correttamente.
  • Spese per il personale. Per un professionista con del personale a proprio carico, le spese legate a salari, contributi previdenziali e assicurazioni possono essere scaricate. Assicurarsi di rispettare tutte le normative in materia di lavoro e pagamenti contributivi è essenziale per godere di questa deduzione.
  • Spese di viaggio e alberghi. Se l’attività richiede spostamenti, si possono dedurre le spese di viaggio, incluse quelle per il trasporto, l’alloggio e l’alimentazione. Anche in questo caso il libero professionista deve assicurarsi di avere una documentazione accurata come ricevute e fatture per dimostrare la natura professionale del viaggio.
  • Spese di formazione. Investire nella formazione professionale è importante per rimanere aggiornati e competitivi. Le spese relative a corsi, seminari, libri o abbonamenti a riviste specializzate possono essere dedotte.
  • Spese per l’ufficio. Questa categoria include l’acquisto di arredi, attrezzature per l’ufficio, forniture di cancelleria, computer e software. Tali spese sono deducibili, ma spesso devono essere ammortizzate su più anni, a meno che non siano di piccolo valore.
  • Spese pubblicitarie e di marketing. Promuovere il business è essenziale per attirare clienti. Le spese per pubblicità, marketing online, siti web e campagne pubblicitarie possono essere dedotte.
  • Spese per la salute. Alcune spese mediche, come le polizze sanitarie private o le visite mediche, possono essere dedotte se sono direttamente collegate all’attività professionale.
  • Spese per la casa. Il professionista che lavora da casa può dedurre una parte delle spese di affitto o mutuo, nonchè le utenze, in base alla percentuale di spazio dedicato all’attività professionale.
  • Spese per la previdenza sociale e assicurazioni. Le spese per la previdenza sociale obbligatoria e le polizze assicurative professionali possono essere dedotte.
  • Spese di rappresentanza. Le spese sostenute durante incontri di lavoro o pranzi con clienti possono essere dedotte, ma è importante documentare chiaramente l’obiettivo professionale di tali spese.

Il primo step da compiere per scaricare la spesa legata all’attività professionale prevede dunque una conservazione precisa e puntuale dei pagamenti da presentare al momento della compilazione della dichiarazione dei redditi. Un esperto del campo è una risorsa alla quale rivolgersi anche per ricevere aggiornamenti sulle misure normative vigenti ed eventuali modifiche. È bene chiarire che chi rientra nel regime forfettario non può avvalersi di queste detrazioni. Il motivo della diversità di trattamento fiscale rispetto ad un professionista in regime ordinario è proprio nella natura stessa del forfettario. Prevede già un regime fiscale agevolato, con un’aliquota del 15% sull’imponibile, ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività. La tassazione è cos è più bassa in partenza rispetto al regime ordinario, nel quale invece sono applicate diverse aliquota a seconda delle fasce di reddito:

  • aliquota al 23% fino a 15.000 euro;
  • aliquota al 25% fino a 28.000 euro;
  • aliquota al 38% fino a 50.000 euro;
  • aliquota al 43% oltre i 50.001 euro.

Il reddito imponibile, tanto nell’ordinario quanto nel forfettario, rimane quello compreso fra l’1 gennaio e il 31 dicembre di ciascun anno. TI OCCORRE UNA CONSULENZA FISCALE? CONTATTACICosa si scarica al 100%Per quanto riguarda la deducibilità dei costi per un titolare di partita iva ordinaria, la normativa di riferimento in Italia è il Dlgs. 917/86, il Testo unico delle imposte sui redditi. Prevede tre criteri da tenere in considerazione:

  • inerenza;
  • certezza e determinabilità dei costi;
  • principio di cassa.

Per inerenza si intende la correlazione tra la spesa effettuata e l’attività professionale. Deve quindi esserci un valido legame tra quanto viene acquistato e il suo utilizzo per svolgere la professione. Certezza e determinabilità richiedono invece un documento fiscale valido che accerti la spesa. Il criterio del principio di cassa rimanda all’aspetto temporale: possono essere dedotte solo le spese concluse nell’anno fiscale in corso. Accertato che i costi sono deducibili, resta da capire in che percentuale e tenendo a mente i costi deducibili permettono di abbassare la base imponibile.

  • Le spese deducibili al 100% riguardano l’iscrizione all’albo professionale, gli stipendi di eventuali dipendenti, i beni strumentali per l’attività e le spese di rappresentanza. Anche i costi per convegni e formazione sono deducibili al 100%, ma entro un tetto massimo di 10.000 euro all’anno.
  • Si possono dedurre al 100% le spese per un immobile ad uso specifico, destinato esclusivamente all’attività. Se però il professionista esercita presso la sua abitazione, determinando un uso promiscuo dell’immobile, le spese sono deducibili al 50%.
  • Le spese per vitto e alloggio in caso di trasferta sono deducibili al 75%, a patto che non superino il 2% del totale del reddito percepito durante l’anno.
  • Quanto alle spese di rappresentanza, sono deducibili al 100%, ma anche in questo caso è previsto un limite dell’1% rispetto ai compensi percepito nell’anno considerato.
  • La quota che è possibile dedurre per l’auto è del 20%, tanto per la manutenzione quanto per il carburante. Se la vettura è stata acquistata in leasing, i costi risultano deducibili solo se il contratto supera i 4 anni.
  • Infine, per il comparto telefonia la deducibilità è dell’80%.

Appare evidente e chiaro quanto sia strategico per un libero professionista avere accanto un consulente esperto e preparato. La gestione delle questioni fiscali può rivelarsi complessa ed è soggetta a cambiamenti normativi frequenti. Tra gli intermediari che offrono questa tipologia di servizi rientrano le associazioni di categoria e i patronati. Aiutano ad ottimizzare la posizione fiscale e a sfruttare tutte le deduzioni e tutte le agevolazioni disponibili, consentendo al contribuente di risparmiare denaro. Guidano nella corretta compilazione della documentazione richiesta e nella presentazione della dichiarazione dei redditi, evitando di incorrere in errori costosi e potenziali sanzioni. L’obiettivo è di massimizzare il rendimento e minimizzare l’impatto fiscale. In questo modo, non vengono meno tranquillità e sicurezza, due rassicurazioni imprescindibili per svolgere al meglio il lavoro da libero professionista.