Sciopero somministrati in sanita’: una mobilitazione in 5 piazze d’Italia per rivendicare la giusta dignita’ dei nostri eori

I quasi 12 mila
lavoratori somministrati del comparto della sanità risultano
esclusi, in quasi tutte le regioni, dai trattamenti economici
accessori ed integrativi in favore del personale sanitario impegnato
durante l’emergenza epidemiologica.

I quasi 12 mila
lavoratori somministrati del comparto della sanità risultano
esclusi, in quasi tutte le regioni, dai trattamenti economici
accessori ed integrativi in favore del personale sanitario impegnato
durante l’emergenza epidemiologica. Ciò significa una
inconcepibile disparità tra lavoratori impegnati fianco a fianco
nella lotta al virus.

Questo trattamento
si aggiunge alla prassi diffusissima dell’esclusione dei
somministrati anche dai premi di risultato definiti a livello
aziendale o regionale, nonchè all’esclusione dei lavoratori
somministrati dall’accesso alle quote riservate per la partecipazione
ai concorsi pubblici. Come afferma il Segretario Generale FeLSA CISL
Mattia Pirulli: “La loro indispensabilità per il sistema Sanitario
Nazionale è testimoniata dalle numerose chiamate al servizio che non
permetterà ad oltre il 50% dei lavoratori di scioperare o essere
nelle piazze con noi”

Per tutti questi
motivi, insieme alle altre organizzazioni di settore, la FeLSA CISL
ha intrapreso un percorso di mobilitazione a livello regionale e
nazionale, chiedendo, l’intervento del Ministero del Lavoro, del
Ministero della Salute, del Ministero per la Pubblica Amministrazione
oltrechè della Conferenza Stato Regioni.

Alla luce del
disinteresse mostrato dai Ministeri competenti e dalla Conferenza
Stato Regioni nei confronti di questa folta schiera di lavoratori al
servizio dell’interesse pubblico, FeLSA CISL, NIdiL CGIL e UILTemp
hanno proclamato lo sciopero nazionale dei lavoratori somministrati
impegnati nel comparto sanità per l’intera giornata di venerdì 24
luglio 2020, prevedendo per quella data un presidio nazionale a Roma
presso il Ministero della Salute e altri quattro presidi regionali a
Torino, Milano, Bologna e Pordenone.

Le Organizzazioni
sindacali chiedono con forza alle Amministrazioni pubbliche a tutti i
livelli di trovare soluzioni adeguate e invitano i lavoratori
interessati alla massima partecipazione, al fine di dare forza a
questa importante mobilitazione per il riconoscimento del giusto
merito per l’impegno e il lavoro svolto nella fase emergenziale,
per avere gli stessi trattamenti e per dare stabilità e futuro ai
rapporti di lavoro.

Infatti, come dichiarato dal Segretario Generale della FeLSA CISL, Mattia Pirulli, “la soluzione c’è ed è percorribile, e consiste nel rispetto
del principio della parità di trattamento fra lavoratori che
svolgono le stesse attività presso le aziende ospedaliere o le
aziende sanitarie locali: proprio per non dar luogo a irragionevoli
discriminazioni, oramai superate dai tempi e dalla legge stessa,
chiediamo che i Ministeri interessati e le Regioni ascoltino la voce
di questi lavoratori, lodati a parole durante il Covid-19 e scaricati
quando si è trattato di riconoscergli il lavoro svolto.”

Ufficio Stampa FeLSA CISL Nazionale