Settant’anni della Cisl: 30 aprile 1950 – 30 aprile 2020. Annamaria Furlan: “Il ruolo del sindacato decisivo in questa fase difficile di nuova ‘ricostruzione’ del Paese”

La Cisl compie domani settant’anni.

La Cisl compie domani settant’anni. La
Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori fu infatti fondata a
Roma il 30 aprile 1950 al Teatro Adriano di Roma in un’ Assemblea
generale a cui parteciparono i delegati della LCgil, della Fil e
della Ufail.
Primo Segretario Generale fu eletto Giulio Pastore,
leader della corrente sindacale cristiana dopo la scomparsa di
Achille Grandi. Pastore ha guidato la confederazione di Via Po fino
al 1958 e successivamente è stato anche Ministro dello Sviluppo del
Mezzogiorno sino al 1968.

A ricordare uno degli avvenimenti che ha
segnato la storia sindacale nel nostro paese è la Segretaria
Generale della Cisl, Annamaria Furlan
in
una lunga lettera inviata a tutti gli
iscritti e delegati della Confederazione alla
vigilia del Primo Maggio. “La Cisl ha contribuito a costruire
l’Italia democratica, rifiutando la demagogia, l’antagonismo
sterile ed il populismo ma cercando sempre di coniugare gli interessi
dei lavoratori con quelli generali del Paese”, sottolinea nella sua
lettera la leader Cisl. “Oggi, possiamo dirlo senza alcuna enfasi:
la Cisl ha vinto questa sfida, delineando in questi settanta anni di
storia un rapporto nuovo tra Stato e sindacato, una collaborazione
virtuosa che per Giulio Pastore doveva svolgersi in piena autonomia
dalla politica e dai partiti, un rapporto paritario, senza alcuna
subalternità”. La Cisl ha le sue origini nella Libera CGIL
costituita il 15 settembre del 1948 da una scissione della corrente
cristiana dalla Confederazione Generale Italiana del Lavoro (Cgil)
frutto del Patto di Roma firmato da Giuseppe Di Vittorio, Emilio
Canevari, Bruno Buozzi ed Achille Grandi. Il nome Libera CGIL fu
mantenuto per quasi 19 mesi e voleva sottolineare, dal punto di vista
dei fondatori, l’indipendenza dai partiti politici e la differenza
con la Cgil da cui si era scissa.

Di seguito il testo integrale della lettera:

Care
Amiche e Cari Amici,

“Bisogna
saper parlare con sincerità ai lavoratori, nulla nascondere e nulla
ampliare. Onestà, rettitudine, laboriosità, disinteresse sono tutte
virtù di cui noi dovremmo essere in possesso”. Era uno dei
passaggi più intensi e significativi del discorso di Giulio Pastore
al Teatro Adriano il 30 aprile 1950, il giorno della fondazione della
Cisl.

Sono
passati settant’anni da quello storico avvenimento che ha segnato
il percorso del movimento sindacale e le relazioni industriali nel
nostro Paese. Oggi celebriamo questo nostro Anniversario in un
momento grave e difficile, alla vigilia di un Primo Maggio che,
nonostante l’assenza di cortei e manifestazioni di piazza, sarà un
segnale di forte unità, di solidarietà e di speranza per tutto il
mondo del lavoro.
La nostra mente ed il nostro cuore sono
rivolti alle tante vittime del Coronavirus, alle famiglie spezzate
che piangono i loro cari, ai medici, agli infermieri, a tutto il
personale della sanità e della Protezione civile che in queste
settimane terribili si sono prodigate per salvare tante vite umane.
Così come il nostro ricordo commosso va alle tante persone anziane,
che hanno perso la vita in molte residenze sanitarie assistenziali e
case di riposo. Una circostanza tragica, sulla quale bisognerà fare
chiarezza ed appurare le vere responsabilità.

Gli effetti
della pandemia sono davvero devastanti sul piano economico e sociale.
Rappresentano una ferita profonda per la vita di milioni di
lavoratori e di famiglie italiane. Settant’anni fa, la Cisl seppe
indicare ad un Paese uscito a pezzi dal conflitto mondiale, la strada
della rinascita civile e delle necessarie riforme economiche e
sociali, ponendo al primo posto i diritti della persona, la dignità
e la sicurezza del lavoro, la costruzione dell’Europa, l’unità
tra Nord e Sud, l’inclusione sociale, la lotta alla povertà. Sono
i grandi valori morali e culturali del cattolicesimo sociale che
rappresentano una parte importante delle nostre radici ideali e
culturali.
Oggi come allora dobbiamo ripartire dagli stessi
valori, per tornare a guardare al futuro con coraggio e fiducia.

La Cisl
ha contribuito a costruire l’Italia democratica, rifiutando la
demagogia, l’antagonismo sterile ed il populismo ma cercando sempre
di coniugare gli interessi dei lavoratori con quelli generali del
Paese.
Ed oggi, Care Amiche e Cari Amici, possiamo dirlo senza
alcuna enfasi: la Cisl ha vinto questa sfida, delineando in questi
settant’anni di storia un rapporto nuovo tra Stato e sindacato, una
“collaborazione” virtuosa che per Giulio Pastore doveva
svolgersi in piena autonomia dalla politica e dai partiti. Autonomia
di scelte, di iniziativa e di programmazione per la soluzione dei
problemi economici e sociali.
È il ruolo di mediazione
essenziale che la Cisl ha esercitato in tantissime vicende
economiche: penso alle nostre proposte sul risparmio contrattuale
della fine degli anni Settanta, all’intesa importante, e purtroppo
separata, di San Valentino del 1984, alla stagione dei grandi accordi
di concertazione dei primi anni Novanta, fino ai recenti protocolli
di queste settimane firmati con il Governo e le imprese per estendere
a tutti i lavoratori gli ammortizzatori sociali, affrontare con
misure straordinarie le conseguenze economiche e sociali del
coronavirus, garantire la salute e la sicurezza in tutti i luoghi di
lavoro. Significa, da una parte, stare con una contrattazione moderna
e partecipativa in tutti gli ambiti lavorativi ed in tutti i processi
aziendali, uscendo dal rivendicazionismo sterile ed
antagonistico.
Ma, dall’altra parte, significa essere in campo
con proposte costruttive su temi come sviluppo, politica industriale,
redistribuzione della ricchezza, riforma fiscale, riorganizzazione
del welfare e della Pubblica Amministrazione, formazione e lavoro per
i giovani, tutele previdenziali e sociali, conciliazione lavoro-
famiglia, scuola, ambiente e sviluppo sostenibile, riduzione del
divario Nord-Sud, integrazione dei lavoratori immigrati, lotta alla
corruzione ed alla criminalità organizzata.
Tutte questioni
cruciali, attuali.

Ecco
perchè, oggi più che mai, il ruolo della Cisl è decisivo in questa
fase difficile di nuova “ricostruzione” del Paese. Nulla sarà
come prima dopo questa emergenza sanitaria: bisognerà siglare
accordi innovativi con le aziende per cambiare radicalmente il modo
di produrre, riorganizzare il lavoro e gli orari, diffondere lo smart
working, utilizzare le nuove tecnologie in tutti i settori per
salvaguardare la salute delle persone, senza danneggiare la qualità
e la produttività.
Dobbiamo ripensare il ruolo dei servizi
pubblici, dei trasporti, modificare il nostro stile di vita. Questa
fase può e deve diventare anche una opportunità per estendere la
democrazia economica in tutti i luoghi di lavoro, perchè avremo
bisogno di più partecipazione alle decisioni, più coinvolgimento
dei lavoratori nelle scelte produttive delle aziende. Ma abbiamo
bisogno, soprattutto, di più investimenti pubblici per garantire
l’occupazione, più mezzi e uomini per rafforzare il sistema
sanitario, sbloccare tutti i cantieri, far partire una grande
modernizzazione del Paese nel settore delle infrastrutture materiali
ed immateriali, nella formazione, nella ricerca, nell’innovazione,
nel digitale, nella tutela del territorio, dell’ambiente e dei beni
culturali.

Bisogna
uscirne tutti insieme con una risposta collettiva per cambiare in
meglio la nostra società.

Oggi è
il momento della coesione nazionale, della responsabilità e della
solidarietà, come ha giustamente più volte sollecitato il nostro
Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Se i cittadini
dovessero vedere un’Europa cieca, sorda, egoista, rinchiusa in se
stessa, assisteremo alla fine del sogno europeo. Per questo la Cisl
ha predisposto nelle scorse settimane un Manifesto programmatico nel
quale abbiamo indicato a tutte le istituzioni ed alla politica cinque
punti chiave per sollecitare l’apertura di una vera fase Costituente
verso gli Stati Uniti d’Europa.
Era questa la prospettiva
ideale che già settant’anni fa i nostri Padri Fondatori avevano
indicato con chiarezza nello Statuto della Cisl. Quelle idee
lungimiranti restano per noi un punto di riferimento ideale e
culturale, un patrimonio di principi, valori e moralità di cui il
nostro Paese ha ancora enormemente bisogno per poter affrontare le
nuove sfide.

La Cisl c’è e ci sarà ancora con la sua
identità, la sua forza programmatica, la sua grande unità.

Vi
abbraccio tutte e tutti con grande affetto.

Buon
Primo Maggio a tutti voi

Annamaria
Furlan