Sistema previdenziale, necessaria più equità

I numeri che sono emersi dall’ultimo incontro del Comitato Amministratore del Fondo Gestione Speciale Lavoratori Parasubordinati e Autonomi, che si occupa, tecnicamente, della tutela di quei soggetti che esercitano una professione di natura autonoma, in maniera abituale ma non esclusiva, disegnano con forza una situazione del tutto particolare, nella quale i venti di crisi stanno giocando un ruolo fondamentale, soprattutto rispetto ai futuri equilibri previdenziali.

I numeri che sono emersi dall’ultimo incontro del Comitato Amministratore del Fondo Gestione Speciale Lavoratori Parasubordinati e Autonomi, che si occupa, tecnicamente, della tutela di quei soggetti che esercitano una professione di natura autonoma, in maniera abituale ma non esclusiva, disegnano con forza una situazione del tutto particolare, nella quale i venti di crisi stanno giocando un ruolo fondamentale, soprattutto rispetto ai futuri equilibri previdenziali.

Numeri alla mano, ad esempio, l’esercizio 2011 del Fondo si è chiuso con un risultato positivo, ma in diminuzione rispetto all’analogo saldo del 2010, pur in presenza di un aumento dei contribuenti per oltre 32 mila unità. Una situazione già conosciuta nel passato, ma che ora fa i conti con le difficoltà complessive del Sistema Italia. Rimane sul tavolo anche il nodo delle prestazioni disponibili e ancora troppo poco utilizzate.

Rispetto alle tante e diverse questioni aperte, il sindacato chiede dei correttivi all’attuale assetto, proprio per mettere in sicurezza il sistema e renderlo, allo stesso tempo, più equo. Per il segretario generale della Felsa Cisl, Ivan Guizzardi, “esiste certamente un problema di utilizzo delle risorse”. “Nel sistema di versamenti, che cos è come è disegnato attualmente è del 27,70% – spiega Guizzardi – uno 0,70% è destinato alle prestazioni, ma allo stato attuale gran parte dell’avanzo non è utilizzato”. “Per la Felsa – continua Guizzardi – questi soldi e il loro corretto impiego sono assolutamente fondamentali”.

Il sindacato, quindi, rispetto ad un generale problema dell’informazione, rilancia l’importanza del proprio ruolo, anche nei riguardi degli altri soggetti in campo in questa delicata partita. “Rispetto al fondamentale ruolo d’informazione sulle prestazioni disponibili a favore di questi lavoratori, svolte dalle nostre sedi sindacali a tutti i livelli – puntualizza Guizzardi – non possiamo non rilevare come, in più di qualche caso, l’Inps frapponga delle barriere burocratiche dal lato della fruizione del servizio.

Non è tempo di fare cassa su prestazioni che sono invece essenziali al sostegno del lavoratore durante tutto il proprio percorso di vita”.

Il sindacato, difende con forza le scelte di riforma fatte in questi anni, come quella sull’innalzamento dei versamenti, laddove però è fondamentale, ancora una volta, che questi si trasformino in previdenza. “Questo è ancora più vero – sottolinea Guizzardi – alla luce di una realtà ineludibile, come quella di un sistema che è imperniato sul metodo contributivo”.

“Un problema molto serio – continua Guizzardi – resta quello delle partite iva, dove l’attuale livello della ‘rivalsa’, fissato ad appena il 4%, a fronte di un versamento fissato al 27,70%, è fortemente penalizzante per il lavoratore. Anche in questo caso, è necessario pensare ad un’equiparazione delle aliquote con gli altri ambiti lavorativi”.

“I media e il sistema dell’informazione tutto – conclude Guizzardi – soprattutto in questa fase di difficile congiuntura economica, hanno un ruolo fondamentale”. “Per noi, lo ripeto, è fondamentale allargare lo sguardo oltre il semplicistico schema flessibilità- precarietà, per guardare anche a quanto è stato ottenuto dal lato delle prestazioni a favore del lavoratore. Un capitolo essenziale, ma del quale si parla davvero troppo poco”.