Sport. Cgil, Cisl, Uil: Riforma va fatta e realizzata bene

Roma, 5 agosto 2020 – “La riforma del lavoro nello Sport deve
essere fatta, e realizzata bene.

Roma, 5 agosto 2020 – “La riforma del lavoro nello Sport deve
essere fatta, e realizzata bene. È una riforma che il nostro Paese
attende da quarant’anni, precisamente dai tempi delle legge 91/81”.
Lo affermano in una nota unitaria Cgil, Cisl e Uil.

“II lavoro sportivo, sino ad oggi, – ricordano le tre
Confederazioni – è stato completamente escluso dal sistema
giuslavoristico ordinario. Un vuoto legislativo che ha lasciato senza
tutele e diritti centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori
sportivi, che in questi mesi di blocco delle attività si sono
trovati senza reddito e senza ammortizzatori sociali, e che hanno
ottenuto, grazie all’intervento delle organizzazioni sindacali,
almeno le indennità, cos è come previste dai DPCM che si sono
susseguiti, a tutela del lavoro”.

“Da lì non si torna indietro – proseguono Cgil, Cisl, Uil. Le
molte attività di natura sia subordinata che di collaborazione
sportiva e autonoma che ruotano attorno allo sport e alla pratica
sportiva, non sono volontariato, ma lavoro, hanno quindi bisogno di
regolamentazione normativa, di diritti e tutele”.

“La proposta del Ministro Spadafora affronta, nella parte terza
del testo unico, il tema del lavoro sportivo, sul quale i sindacati
di categoria consultati (Slc Cgil, Fisascat Cisl, Uilcom, Nidil Cgil,
Felsa Cisl, Uiltemp) hanno proposto degli emendamenti, per poter
consentire a tutti i lavoratori del comparto di vedersi riconosciuti:
maternità, malattia ed infortuni, e una pensione dignitosa alla fine
della carriera”.

“Nessuna delle critiche e delle riserve espresse, in questi
giorni, sui social e sulla stampa affronta il tema del lavoro, ma si
concentra quasi esclusivamente sulla governance e quindi sulla
gestione del potere all’interno del vasto e complesso sistema
sportivo. Nonostante la necessità di un vero ripensamento del
sistema economico e produttivo, che faccia dello sport un’opportunità
di lavoro di qualità per tanti giovani, il dibattito politico
preferisce ignorare quasi un milione di lavoratori che mandano avanti
il settore”.

“Le categorie unitariamente impegnate nella modifica strutturale
del settore, a sostegno dei tanti lavoratori e lavoratrici, che
vivono oggi nella speranza che venga loro riconosciuta la dignità
del lavoro, non lasceranno nulla d’intentato, affinchè la riforma si
faccia, e si faccia bene”, concludono Cgil, Cisl e Uil.